Il periodo americano di Panofsky
Nel 1939 Panofsky è ormai negli Usa. Qui pubblica il suo famosissimo Studies in Iconology, considerato classico per la definizione del metodo di lettura delle opere d'arte definito iconologico.
Parte dalla distinzione tra iconografia e inconologia, che già Cesare Ripa nel Cinquecento aveva trattato.
Iconografia = descrizione e classificazione delle immagini
Iconologia = interpretazione del significato delle immagini, che si fonda più sulla sintesi che sull'analisi.
Poi enuclea i tre livelli che conducono all'interpretazione globale dell'opera:
Il livello preiconografico o Interpretazione del soggetto primario o naturale. Consiste nell'identificazione delle forme pure di una immagine e nella capacità di coglierne le qualità espressive. L'esperienza pratica che conduce a identificare gli oggetti e gli eventi, si deve accompagnare ad una corretta conoscenza della storia dello stile delle forme.
Il Livello iconografico o Interpretazione del soggetto secondario o convenzionale. Consiste nell'identificazione dei temi raffigurati nell'immagine. La familiarità con gli oggetti e gli eventi rappresentati deve essere unita ad una adeguata conoscenza delle fonti letterarie e della cosiddetta “storia dei tipi”, cioè dei modi in cui i temi e i concetti sono stati espressi in diverse condizioni storiche, sottoforma di oggetti ed eventi.
Il Livello iconologico o Interpretazione del significato intrinseco o contenuto. Consiste nel cogliere il significato intrinseco o profondo dell'opera d'arte in esame. Il significato in questione si raggiunge tramite lo studio attento delle condizioni storico – culturali che conducono alla scelta del tema presente nell'opera dandole un preciso significato.
Nasce dall'esigenza di superare la contrapposizione tra storia delle forme artistiche e iconografia e dall'esigenza di arrivare allo strato ultimo, essenziale dell'opera. Panofsky durante tutto il periodo americano indaga il rapporto tra immagine e concetto, e lo fa secondo due modalità:
Interpreta la forma visiva come esemplificazione di un determinato concetto. In questo caso troviamo i “tipi visivi”, che sono le immagini dove il contenuto letterario è connesso ad una forma visiva. Vd. opere come Padre tempo e Cupido cieco o L'allegoria della prudenza di Tiziano.
Considera l'immagine secondo una intera e più complessa teoria filosofica o teologica. In questo caso identifica il contenuto dell'opera con un determinato pensiero filosofico o teologico. Vd. opere come Il movimento neoplatonico e Michelangelo o Gothic Architecture and Scolasticism. Sopra ogni cosa sta la profonda convinzione che l'opera d'arte ha sempre avuto nei secoli una funzione pratica come veicolo primario di comunicazione.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della critica d'arte
- Docente: Valter Pinto
- Titolo del libro: La critica d'arte del Novecento
- Autore del libro: Gianni Carlo Sciolla
- Editore: Utet
- Anno pubblicazione: 2006
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