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Agrippa di Nettesheim, "De occulta philosophia"



La sua opera più celebre è De occulta philosophia. Già dal titolo si capisce come la natura venga vista come un insieme di leggi di simpatia o antipatia che non tutti sono in grado di cogliere. È per questo motivo che solo in pochi sono in grado di dominarla. La natura è pervasa dallo spirito divino ed esso agisce non certamente per mezzo di leggi meccaniche, ma per mezzo di “emozioni”. A. recupera la concezione tripartita dell’universo in mondo fisico, celeste e intelligibile. Ognuno di essi è pervaso dallo spirito. La magia, articolata a sua volta in magia naturale, celeste e religiosa si presenta come la scienza più perfetta, l’unica in grado di ottenere la salvezza all’uomo. La magia funziona nel momento in cui essa si identifica con la natura e dal di dentro è capace di operare in essa, modificandola e dominandola. La natura non va allora controllata tecnicamente ma “affascinata e persuasa” retoricamente attraverso il linguaggio. Un tale sapere si conclude con la dignificazione ossia l’innalzamento del mago al di sopra della natura stessa. Il mago allora non è solo un sapiente ma innanzitutto un iniziato che partecipa al principio divino che anima la natura.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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