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Hegel. "Scritti teologici giovanili" e religione popolare



La prima fase di attività speculativa di Hegel è raccolta nei cosiddetti Scritti teologici giovanili dove si vede che la sistematicità che ha reso famoso il filosofo è qui ancora soltanto abbozzata. Il fulcro tematico è la religione, ma in realtà già a partire dallo studio di questo fenomeno e del cristianesimo in generale egli inizia a sviluppare la concezione della realtà come totalità unitaria nella quale i suoi diversi aspetti trovano la loro collocazione razionale. Già dal primo scritto che fa parte della raccolta sopra citata, Religione popolare e cristianesimo, egli distingue la religione popolare la quale impegna la fantasia e il cuore di chi la vive, dunque è soggettiva, dal cristianesimo il quale è invece una religione oggettiva, scritta per sempre in un libro e conservata dalla tradizione. Inoltre mentre la prima è oggettiva, cioè si concretizza negli usi e costumi di un popolo, la seconda è privata perché è basata sul rapporto personale tra Dio e l’uomo. Fatta questa distinzione Hegel si chiede in quale tipo di “culto”si esprime meglio la libertà dell’individuo e in questo scritto conclude che è la polis (città-Stato) greca l’emblema della comunità dove l’uomo è libero. Il culto dell’antica Grecia infatti era appunti soggettivo e pubblico (religione popolare) e quindi la libertà secondo Hegel coincideva con l’indipendenza di ogni individuo dall’altro e nello stesso tempo nel riconoscimento che la sua volontà e uguale a quella degli altri individui e viene incarnata dalla realtà socio-politica.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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