Skip to content

Hegel. "Lo spirito del cristianesimo" e priorità della totalità



Passato qualche anno e trasferitosi da Berna a Francoforte, il pensiero di Hegel sul cristianesimo, prima negativo, diventa positivo e caratteri di negatività vengono assegnati alla religione ebraica. Nel suo scritto più importante di questo periodo Lo spirito del cristianesimo e il suo destino egli ravvisa nel popolo ebreo l’incapacità di cogliere l’unità del reale. Ritenendo di essere il popolo eletto da Dio essi si contrappongono a tutti gli altri popoli, ed inoltre all’interno di esso vi sono delle tribù più importanti di altre. Gli ebrei sono allora l’esatto contrario del popolo greco. Ma in quest’opera Hegel non pone il popolo greco in contrapposizione a quello ebreo ma il cristianesimo, dando a quest’ultimo connotati di positività. Alla separatezza dell’ebraismo il cristianesimo oppone l’amore universale verso tutti gli uomini senza distinzione di razza, colore della pelle o condizione sociale. Il cristianesimo allora non è solo fede in un Dio particolare, che si è incarnato, ma è amore per l’intera umanità e quindi amore per la totalità concetto molto caro allo sviluppo filosofico di Hegel Egli esprime quindi la priorità della totalità, ossia la priorità del concreto sull’astratto (termine inteso etimologicamente come “tratto da”, separato dal tutto). Anche se qui non è ancora espressa esplicitamente, si trova già contenuto il procedimento dialettico per cui ad una fase affermativa (il mondo greco) si oppone una fase negativa (la frantumazione del mondo ebraico) che convergono poi ad una sintesi tra le due (l’amore del cristianesimo permette di ritrovare il senso della totalità fondendola con la tradizione ebraica).

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.