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Luchino Visconti: Ossessione


A rompere ancor più recisamente gli indugi, ci pensa Luchino Visconti con "Ossessione" (1943), torrida trasposizione sulle rive del Po de "Il postino suona sempre due volte" di James M. Cain: irrompe qui, finalmente, sugli schermi, un'Italia vera, abitata dalla miseria e dalla disoccupazione, vessata da una polizia occhiuta e persecutoria. Passione, tradimento, morte scandiscono una storia raccontata senza infingimenti o timori: la censura s'impenna ancora una  volta, ed il film conosce - segnatamente nell'Italia del nord - problemi di circolazione. Ma la strada per una svolta epocale, oramai, è stata aperta.

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