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Il cinema sovietico durante il conflitto mondiale


Nel 1941 l’Unione Sovietica si trova coinvolta nel conflitto mondiale. Quando le armate naziste sferrano l’attacco penetrando in profondità nel territorio russo, il regime sovietico si chiude a riccio, scoprendosi fortemente nazionalista. Si ricorse quindi al patriottismo per ottenere la coesione nazionale. Il cinema si adeguò, ricorrendo ancora una volta al filone storico.
Tra tutti i registi, si distingue ancora una volta Ejsenstejn, che, tra il 1944 e il 1948, lavora alla sua ultima fatica, un lavoro in due episodi: Ivan il terribile – La congiura dei boiardi. Su un progetto risalente al 1941, il cineasta lavora con pochissimi mezzi, in totale ristrettezza, ad un affresco immenso, le cui riprese dureranno due anni. È un monumentale film storico – biografico sulle vicende del mitico Zar, esaltando eroicamente il popolo che combatte strenuamente contro i nemici della Grande Russia. Le scene migliori sono sicuramente quelle di massa, e del resto è la massa popolare la vera protagonista del film. Il messaggio è chiarissimo: il popolo russo che unifica il suo paese cacciandone i nemici. Non che il 1944 sia così lontano dai tempi di Ivan.
La prima parte viene accettata da Stalin, che si identifica in Ivan, ma la seconda, con la tragedia del potere assoluto e solitario, non incontra decisamente il suo benestare, e il film rimane proibito per dodici anni, Ejsenstejn ormai stanco e avvilito muore a Mosca il 10 febbraio 1948. Con la sua scomparsa si chiude un’epoca del cinema sovietico, che impiegherà molto tempo prima di tornare a così alti livelli.

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