Il movimento operaio in Italia : 1971 – 1973
Gli anni dal 1971 al 1973 furono essenzialmente di consolidamento dato che con la crisi economica del 1971 e la conseguente politica deflazionistica la congiuntura economica era giunta ormai alla fine. Il mantenimento dei salari reali e la difesa del posto di lavoro diventarono gli obiettivi prioritari rispetto al cambiamento dell'organizzazione del lavoro: dall'attacco si passò alla difesa. Anche l'idea dell'unificazione tra i tre sindacati andò ben presto scemando, approdando ad una più semplice e indipendente federazione CGIL – CISL – UIL.
Alla fine del 1972 scadeva il contratto dei metalmeccanici. I datori di lavoro si sentirono più forti che nel 1969 e ruppero quasi subito i negoziati nella speranza di dividere i sindacati; la loro reazione, però, sortì l'effetto opposto, spingendo gli operai della Mirafiori a occupare simbolicamente la fabbrica per due giorni. La Confindustria tornò immediatamente al tavolo e la firma del contratto fu una vittoria per gli operai e gli impiegati, arrivando ad una considerevole
riduzione del divario salariale, in più i metalmeccanici avevano 150 ore di congedo retribuito per usufruire di corsi di perfezionamento e aggiornamento, così da professionalizzarsi e crescere. I MOVIMENTI SOCIALI FUORI LE FABBRICHE: 1968 – 1973. Per la prima volta, anche se non in maniera sistematica, fu messo in discussione il modus operandi di numerosi settori dell'apparato statale. Nuovi comitati di funzionari statali e collettivi attaccarono le gerarchie consolidate e tentarono di democratizzare strutture e mentalità. Il più noto fu forse Magistratura Democratica che cercò di riformare l'antiquato sistema giudiziario, di diminuire gli intollerabili ritardi nell'amministrazione della giustizia, di favorire forme di giustizia meno classiste. Famosi diventarono i pretori d'assalto che andavano a indagare, per ogni settore, al vertice degli abusi e non alla grande base dei piccoli pesci.
Lotta Continua lanciò l'iniziativa in due settori dello stato mai toccati in precedenza: esercito e carceri. Pubblicò un supplemento del quotidiano omonimo che si intitolava proletari in divisa, che circolava clandestinamente e descriveva le pessime condizioni delle caserme italiane e di chi vi lavorava; medesimo risultato fu ottenuto nelle carceri con la rubrica I dannati della terra.
Nella società civile, e non nelle istituzioni pubbliche, si diffusero però più rapidamente le alternative radicali: mercati, asili, ristoranti, consultori medici e centri sociali rossi vennero aperti (e spesso chiusi) in continuazione, con l'obiettivo di creare una nuova socialità. Ma fu la lotta per la casa l'evento più carico di episodi e conseguenze. La lotta era condotta sul fronte delle periferie e sul quello dei centri storici, e la direzione delle proteste era in genere spartita tra l'Unione inquilini – miscuglio di gruppi rivoluzionari e sindacato – e il Sunia – legato alla CGIL e al PCI. I primi erano a favore delle occupazioni; i secondi per seguire le vie legali. Se i secondi avevano ragione a dire che le occupazioni rischiavano di creare guerre tra poveri, era pur vero che tale soluzione portava frutti, soprattutto in periferia. In centro era difficile portare avanti la medesima politica, essendo troppo frammentato il tessuto sociale.
Il grande errrore fu per entrambe le organizzazioni l'avere limitato le agitazioni al settore pubblico, perché lì c'era la possibilità concreta di ottenere concessioni dalle autorità locali. Ma era il settore privato che dominava l'industria edilizia, una giungla in cui l'azione collettiva di base poteva essere organizzata solo con enorme difficoltà. In simili circostanze appariva sempre più indispensabile una mediazione a livello politico perché solo una riforma a livello nazionale poteva sperare di soddisfare la richiesta di affitti più equi, di abitazioni adeguate e di servizi di livello sufficiente.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia contemporanea
- Docente: Salvatore Adorno
- Titolo del libro: Storia d'Italia 1943 - 1996
- Autore del libro: Paul Ginsborg
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 1989
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