Il peso del quotidiano e della consuetudine vs. il peso dell’innovazione nella storia della musica
Sebbene le innovazioni segnino una parte molto rilevante, per quanto riguarda la storia della musica è d’obbligo sottolineare che la consuetudine è necessaria per poter capire i meccanismi che guidavano la fruizione di quest’arte.
Quelli che andremo ad analizzare ora non sono testimonianze musicali scritte, bensì documenti d’archivio, in quanto la tipologia e la modalità d’esecuzione degli atti performativi non si può trovare in una partitura musicale. Nei fascicoli, si analizzeranno le trascrizioni dei libri contabili delle chiese parrocchiali e dei comuni di Venezia, Treviso, Conegliano, Salò e Napoli tra il 1400 e il 1600.
Un aspetto molto importante che notiamo subito studiando tali materiali è la ricorrenza di elementi comuni a tutte le chiese dei comuni sopracitati: gli stipendi dati al suonatore d’organo, ai cantori, le spese di noleggio degli strumenti, i costi per le feste religiose, per quelle patronali e per gli avvenimenti lieti all’interno della parrocchia, ogni cosa era simile in tutti i comuni analizzati. Le feste avvenivano nei giorni dei patroni a cui erano dedicate le chiese, nei giorni di celebrazione religiosa quali l’Annunciazione, la Pasqua, il Natale , durante i funerali di personalità rilevanti oppure durante le ricorrenze cittadine, ed erano tutte caratterizzate dall’accompagnamento costante di musicisti, cantanti e organisti.
Nelle varie documentazioni possiamo individuare l’annotazione delle spese dedicate alla musica: <<al sonador dell’organo duc. 18 >>, <<cantori e strumentisti per la festa, spesa totale per la festa duc. 10 >>, <<per nolo del organo £ 4, s. ->>, << per la musica del giorno […]>>. Tali puntualizzazioni sono molto importanti, in quanto ci mostrano come la musica influenzasse le spese di un dato comune o parrocchia: l’usanza di utilizzare corpi strumentali o vocali per rallegrare una festa o per rendere solenne una celebrazione sacra era pratica comune di ogni città italiana. Spesso si doveva ricorrere alla richiesta di autorizzazione presso l’assemblea degli iscritti (ved. Dossier pag.51) in quanto probabilmente le spese degli anni precedenti erano state molto alte e dunque non gradite alle istituzioni maggiori. Questo ci fa pensare che per ottenere tale autorizzazione fossero presentati resoconti recanti il preventivo delle spese previste.
Tali pratiche consuetudinarie e quotidiane, quindi, non garantirono ai musicisti citati nei documenti un successo nazionale e internazionale, ma determinarono la stabilità della professione di musicista, in quanto regolarono i guadagni dei singoli musicisti.
Un altro esempio ci viene offerto da Il giornale di Treviso del 1909, nella cui rubrica “Arte e Artisti” sono elencate le diverse proposte musicali offerte dal comune per le date del 12 e 13 aprile. Salta subito all’occhio il numero di locali nei quali si svolgevano le manifestazioni culturali: Polietama Garibaldi, Cinematografo Centrale, Premiato Cinematografo Spina, Birraria Gambrinus, Cinema Edison, Grande Restaurant Italia ed Eden, che presentavano tutti uno spettacolo diverso per natura e tematiche. L’aspetto che più ci interessa, però, è un’innovazione presentata al Premiato Cinematografo Spina: la proiezione di diversi filmati, sottolineati da una primitiva colonna sonora costituita da una registrazione di brani famosi (riportate Cavalleria Rusticana di Mascagni, Barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell di Rossini ) riprodotta attraverso un grammofono. Codesta innovazione, con il tempo, entrerà a far parte della consuetudine e della quotidianità.
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Dettagli appunto:
- Autore: Silvia Lozza
- Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della musica moderna
- Docente: David Bryant
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