Contrasti in "L'infernale Quinlan" tra montaggio e specchi
Sempre vi è uno sfruttamento dello sfondo per solleticare qualsiasi sforzo visivo e interpretativo (dopo che Quinlan ha manifestato apertamente la propria intolleranza razzista verso i messicani vediamo un cartello che reca la scritta “Welcome strangers”) che ancora una volta richiama alla complessità e alla contraddittorietà dell’esistenza e del visibile. Altro tema visivo ricorrente della poetica wellesiana è quella della deformazione attraverso gli specchi, esemplare nella scena in cui Susan e Joe Grandi si ritrovano nella stessa immagine riflessa. Lo sfondo e la sua messa in scena attraverso la profondità di campo hanno grande importanza estetica, ma anche tematica e ideologica: ad esempio spesso e volentieri vengono messi in rilievo i pozzi di petrolio che simboleggiano l’interesse americano nella terra messicana, un interesse puramente economico.
L’attraversamento di luoghi e confini e lo spostamento delle persone vanno di pari passo con il movimento della macchina da presa, molto fluida e libera nel suo essere strumento dinamico. Nonostante l’uso massiccio di riprese lunghe e di Piani-Sequenza, nel caso de L’infernale Quinlan un grande ruolo lo recitano anche il montaggio e artifici da decoupage classico come il campo-controcampo, utilizzato in questo caso come alternanza tra elementi diversi tra loro costantemente in rapporto dialogico. Contrasto tra il vecchio e il nuovo, tra istinto e ragione, tra rispetto delle regole e suo superamento, tra realtà e apparenza. Il motel in cui si rifugerà Susan è un luogo completamente deserto, posto in mezzo al nulla: la sensazione di vuoto ed isolamento poi è resa più forte dal fatto che l’azione si svolga di giorno. In seguito vedremo il guardiano notturno psicopatico e pieno di tic che non fa altro che aumentare il senso di inquietudine sia della protagonista che dello spettatore. Ancora una volta Welles rappresenta la realtà a 360° quando Susan osserva il portiere allontanarsi riflesso in una finestra. Il portiere di notte è un personaggio emblematico, in quanto si occupa solo di quello che riguarda lui,senza mai sconfinare in altri compiti.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria e analisi del linguaggio cinematografico
- Docente: Elena Dagrada
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