Il plurilinguismo del Lager
La pluralità delle lingue è elemento fondamentale del Lager: al tedesco e al polacco degli aguzzini, si contrappongono le lingue dei deportati: yiddish, russo, francese, italiano, spagnolo, ecc. La differenza linguistica, come mostrato da Levi, è nel Lager portatrice di odio: l'odio dei capi, i cui ordini non sono compresi; l'odio dei prigionieri, poco solidali anche a causa dell'incomprensione.
L'autore inserisce inoltre alcuni frammenti, per lo più di tedesco o polacco, nell'italiano del narratore, che hanno una funzione evocativa. Con questi e altri procedimenti Levi ha comunicato l'episodio più nero nella storia dell'umanità. Egli ha dunque superato i limiti del linguaggio: "La nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo; se parleremo, non ci ascolteranno; e se ci ascoltassero, non capirebbero".
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Lettere
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Titolo del libro: Auschwitz, orribile laboratorio sociale
- Autore del libro: Cesare Segre
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2005
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