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"Imperio e Margarona", racconto del 1862



Al secolo XIII si attribuisce la prima redazione di questo racconto pubblicato per la prima volta nel 1862.
“Imberio e Margarona”, invece, è di sicura origine provenzale. A 12 anni, Imberio, figlio del re di Provenza, è già perfetto cavaliere, e un giorno che uno straniero a cavallo si presenta a sfidare la gioventù del paese, combatte con lui, e lo vince. Il fatto dispiace al re e Imberio si allontana. Un talismano affidatogli dalla madre lo preserva in 7 anni di peregrinazioni, alla fine dei quali ritorna in Provenza. Ma a Napoli conosce la figlia del re, Margarona, e se ne innamora. L’amore è ricambiato. Intanto il re bandisce un torneo, il cui premio è la mano di Margarona. Imberio concorre e vince. Anziché aspettare le nozze, rapisce la ragazza. Un giorno che lei è stanca, lui si toglie il talismano per metterlo sul petto della fanciulla. Improvvisamente un’aquila scende dal cielo e ruba il talismano. Così Imberio per recuperare il talismano si getta nella prima barca che si trova davanti, va verso un’isoletta dove ha visto dirigersi l’aquila ma le acque lo trasportano lontano. Intanto Margarona si risveglia, si ritrova sola e piange. Quando smette di piangere, si dirige verso la Provenza e arriva dai suoceri. Per onorare la memoria di Imberio, creduto morto, viene fondato un monastero e Margarona ne diviene la badessa. Quest’ultima, inoltre, ritrova il talismano nella pancia di un pesce regalatole dai pescatori. Invece Imberio è stato rapito dai corsari, che lo avevano venduto come schiavo al sultano del Cairo. Ma questi, avendone apprezzato le doti, lo aveva fatto governatore. Imberio, però, scappa e riesce a tornare da Margarona, dopo altre disavventure.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA NEO-GRECA di Gabriella Galbiati
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