Una distinzione nella gestualità
Una distinzione nella gestualità
Distinguiamo allora tra:
- Indizi (o gesti sintomatici): sono quei gesti che rivelano degli stati d’animo al di là dell’intenzione (il rossore ad esempio).
- Segni – indizi (o falso indice): sono quei gesti che rivelano degli stati d’animo che all’osservatore sembrano indiziari ma che in realtà sono consciamente prodotti.
- Espressivi: riproducono il gesto indiziario senza esprimere lo stato d’animo. Ad esempio si allargano le braccia per dire “mi arrendo” ma ciò non implica che il soggetto abbia realmente gettato la spugna.
Abbiamo poi i gesti astratti, che tendono a dare prevalenza ai valori connotati rispetto a quelli referenziali, che tendono cioè a dare più rilievo alla forma che al significato (si è spesso parlato di vuoto semantico). Vedi ad esempio il balletto.
Quali sono i parametri formali coi quali si può classificare un gesto?
- Raggio: se cioè il gesto è ampio o breve, se è eseguito col solo avambraccio o con tutto il braccio.
- Forma: se i gesti sono sinuosi, ellittici, rettilinei, curvilinei.
- Piano: il piano cioè su cui si sviluppa la gestualità, se orizzontale, verticale o obliquo.
- Per le parti del corpo che coinvolge e a seconda che sia simmetrico, asimmetrico, unilaterale, bilaterale.
- Tempo e ritmo: regolare o irregolare, lento o veloce.
Particolari gesti sono:
- Le posizioni: i fondamentali e funzionali assetti della figura (in piedi, seduto, disteso, inginocchiato ecc...)
- Gli atteggiamenti: i toni in cui queste posizioni vengono realizzate (rilassato, attento, nervoso, distratto). Un atteggiamento può trasformarsi in posa, che è un particolare atteggiamento che si distingue per la fissità artificiosa e la forte intenzione significante ad essa associata. Se in uno spettacolo prevalgono gli atteggiamenti, esso manifesta tendenze realistiche; se prevalgono le pose, denota ricercatezza stilistica e artificiosità.
Continua a leggere:
- Successivo: La mimica nella cultura occidentale
- Precedente: Il codice gestuale nel teatro
Dettagli appunto:
-
Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letterature comparate
- Docente: Domenico Tanteri
- Titolo del libro: Leggere il teatro
- Autore del libro: C. Molinari - V. Ottolenghi
Altri appunti correlati:
- Linguistica - lingua italiana (modulo B)
- Teoria e prassi della traduzione e dell’interpretariato di conferenza
- Semiotica
- Semiotica e Comunicazione
- La vita quotidiana come rappresentazione
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- ''Othello'': dal testo shakespeariano all'immagine cinematografica
- Gadamer e Derrida in dialogo. Testo, metafisica, alterità.
- Trainspotting: analisi della trasposizione dal romanzo al film
- L'Estetica e la Poetica Teatrale di Diderot: immagini, idee, giudizi, sogni
- Questa sera si recita la Bibbia: La regia teatrale tra ermeneutica e teologia
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.