Ungaretti e Pascal : il confronto
A questo punto è naturale un confronto con Blaise Pascal e il suo quesito: cos'è un uomo, nell'infinito? La sua risposta era che l'uomo è un nulla rispetto all'infinito, un tutto rispetto al nulla e che l'uomo è incapace di vedere il nulla da cui è tratto e l'infinito in cui è inghiottito. Ungaretti riconosce in Pascal il maestro più diretto di Leopardi.
Leopardi era più sottile filosofo di Ungaretti e aveva colto sin da giovane il senso radicale delle meditazioni pascaliane sul doppio infinito, e aveva lucidamente compreso che non esiste un indefinito del tempo e dello spazio che coincida con l'infinito, il quale, rispetto all'illimitato spaziale e temporale, è di altra natura e non può essere compreso perché la mente umana, sebbene tenda all'infinito, non è infinita. Sbigottito di fronte all'inconoscibilità dell'infinito e all'incombenza del nulla sotto le sembianze della morte, Leopardi si lasciò spesso occupare dal sentimento del nulla, che finì per coincidere con lo stesso sentimento dell'infinito.
Leopardi, è risaputo, svolge nei confronti della formazione di Ungaretti un ruolo di primissimo piano, e addirittura Ungaretti individua nella lettura di Leopardi la prima scintilla che lo porterà a volersi cimentare con la poesia.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Giuseppe Savoca
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