Le guerre commerciali del '700
C'erano però anche voci scettiche. Hume aveva parlato della rivalità nel commercio che poteva facilmente trasformarsi in una ulteriore causa di guerra. Le guerre commerciali potevano diventare più feroci di ogni altro conflitto precedente. Inoltre si faceva notare che questo passaggio da società di conquista a società di commercio non era stato poi così veloce e netta. Il commercio come concetto o sistema di scambio poteva pur avere il merito di perfezionare i costumi ma pochi avevano fiducia nei mercanti, pochi li vedevano come i veri artefici di una vera rivoluzione mondiale. I fisiocratici in particolare facevano una distinzione tra commercio e commerciante. Il commercio mondiale e rivoluzionario della teoria cozzava con i ristretti interessi dei singoli mercanti, che non avevano quella visione apertissima necessaria ad un compito del genere, anzi spesso condividevano lo spirito di conquista degli antenati. Come disse Dubuisson, scambiare commercio con mercante è come scambiare culto col prete che lo officia. I mercanti non avevano ancora una nobile ide della loro professione e pensavano esclusivamente al loro tornaconto personale. Un guerriero con la borsa insomma. Il dolce commercio di Montesquieu poteva realizzarsi solo con reti fiduciarie di cooperazione e da gente che sapeva comprendere che per funzionare ogni sistema commerciale doveva riuscire a portare beneficio a tutti coloro che vi erano coinvolti. Secondo i fisiocratici francesi era evidente che di tutte le potenze coloniali solo l'Inghilterra era riuscita a trasformare in pieno il suo antico ethos militare nello spirito del commercio. Ma la realtà era diversa e ciò di cui parlavano i fisiocratici francesi era in realtà una proiezione degli ideali dei mercantilisti inglesi come Child. La visione di Quesnay secondo la quale l'Inghilterra era una società mercantile, dove le leggi della politica erano sottomesse a quelle del commercio, a differenza degli imperi monarchici, dove le due cose erano opposte, era solo nella testa dei pamphlettisti inglesi. Vero è che l'Inghilterra prima di spingersi a oves degli Appalachi era stata meno brutale degli spagnoli ma come notò Richard Price, gli inglesi si dimostrarono altrettanto sanguinari appena approdati in India. Price sosteneva che né la tanto sbandierata costituzione inglese né la passione inglese per la libertà erano motivi bastevoli ad offrire la garanzia di un tipo di società basata sulla reciprocità e sulla benevolenza. Price sapeva che un progetto simile non poteva realizzarsi in un ambiente arretrato e angusto, perchè necessitava di uno spazio globale, mondiale.
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Autore:
Gherardo Fabretti
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia moderna
- Docente: Gino Longhitano
- Titolo del libro: Signori del Mondo
- Autore del libro: Anthony Pagden
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 1995
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