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Alessandro II primo Papa riformatore



Primo papa riformatore italiano fu Alessandro II (Anselmo da Baggio), anche se gli oppositori elessero un antipapa. Il papa dà nel 1063 incarico ad Erlembaldo Cotta fratello di Landolfo di organizzare la riforma del clero milanese. A milano c’è un sorta di guerra civile con la cacciata di Guido, ma assistiamo anche alla cattura e all’uccisione di Arialdo nel 1066. Poi sarà canonizzato. Erlembaldo diviene capo della pataria: è laico, quindi non predica, ma guida il popolo negli assalti: il movimento diviene laicale, e continua la protezione papale. Il nuovo papa Gregorio 7° riconosce il movimento. Erlembaldo è ucciso in una congiura nel 1075, canonizzato 20 anni dopo. Poco dopo la morte a capo della pataria sarà Attone, ma il movimento si spegnerà gradualmente. Movimenti simili si ebbero anche nel resto d’italia come a Firenze. L’appoggio dato dal papato ai movimenti patarinici dalla seconda metà del sec 11° è indicativo di una nuova mentalità che si andava affermando. Il monachesimo comincia ad avere come ideale la fuga dal mondo. I papi della riforma alla fuga dal mondo sostituirono l’ideale della conquista cristiana del mondo: conquista morale e spirituale all’interno della christianitas, estesa anche alla lotta contro autorità politica e infedeli. Un laico dunque poteva adempier meglio i suoi obblighi di cristiano restando nel mondo. Ma sono esclusi dal governo della chiesa. La pataria è laicale, ma non anticlericale, poiché contesta solo i cattivi preti ma riconosce il ruolo del prete che dovrebbe avere vita santa ed esemplare.

Tratto da LA CHIESA MEDIEVALE di Dario Gemini
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