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Verità e intuizione. Teoria della decoerenza


Ora il problema è capire se questo passaggio dalla percezione all’ontologia delle cose è possibile o no. Chiaramente Sellars afferma che questo passaggio è impossibile. Il prof. invece ci invita a fare una distinzione che può aiutarci: dobbiamo distinguere tra la percezione iniziale (quindi in parte approssimativa) e i calcoli e le prove che faccio per capire se la percezione che ho avuto è corretta oppure no. È quindi importante distinguere tra una rappresentazione e un giudizio. Una cosa è dire “quest’albero mi sembra verde” e poi controllare attraverso operazioni la mia rappresentazione; altra cosa è dire, sulla base della percezione “questo albero è verde”. Il giudizio è possibile darlo non certo sulla base della sola percezione ma dopo aver compiuto i dovuti calcoli. Quindi la percezione qualcosa da cui non si può prescindere, ma che certo da sola non può essere un criterio di verità.
La scienza da un certo punto in poi ha cominciato a inserire all’interno delle teorie entità non controllabili (da Galileo in poi è questo il platonismo nella scienza di cui si parla). Questo allora ci autorizza sempre ad inserire entità non controllabili attraverso i termini teorici? Il nel libro propone questo: si, è possibile inserire termini teorici all’interno di una teoria, che descrivano entità non rappresentabili e quindi pretendano di rappresentare pezzi di mondo, a condizione che i pezzi di mondo di cui si parla siano intuitivamente rappresentabili. Intuitivamente rappresentabile, per evitare che essa sia un’espressione troppo vaga, va intesa come la possibilità che esista o sia ipotizzabile un essere senziente che sia in grado di cogliere quel pezzo di mondo che l’entità teorica pretende di rappresentare. Riguardo ad esempio l’elettrone, è possibile pensare che la realtà sia strutturata secondo il modello degli orbitali? In effetti questo risulta difficile.
Per questo motivo era stata sviluppata la cosiddetta teoria della decoerenza che voleva cercare di spiegare il motivo per il quale, nonostante la realtà si strutturi per nuclei ed elettroni orbitanti, noi non siamo in grado di percepirla per come essa effettivamente è. Tale teoria ha però fallito nel suo intento. Oggi infatti con le conoscenze che abbiamo non ci è possibile ipotizzare un essere senziente in grado di cogliere la realtà in questo modo.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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