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Kuhn e le situazioni cognitive


Kuhn ha constatato però che le teorie quasi mai sono comparabili. Allora qual è la soluzione. In realtà non compariamo teorie tra di loro ma “situazioni cognitive”. Noi oggi abbiamo a disposizione una serie di teorie che per quanto incomparabili e incompatibili tra di loro, con i loro modelli riescono a spiegare una gran quantità di pezzi di mondo. Per cui noi possiamo dire che la nostra situazione cognitiva oggi è più vera di quella di uno studioso di 500 anni fa. Proprio l’impossibilità della definizione del concetto di verità parziale aveva portato molti studiosi come Feyerabend e Kuhn ad abbandonare l’idea che si era affermata proprio con Kuhn secondo il quale la scienza si muove in senso progressivo come una scoperta che porta a conoscenze sempre maggiori, ma non in senso vero-funzionale e quindi una progressione verso la verità, ma un progresso che ci permette di risolvere sempre meglio i nostri problemi. Non abbiamo teorie sempre più vere ma teorie sempre più “adeguate”. Quindi era stata abbandonata l’idea che si potesse giungere alla verità, rassegnandosi sull’unica possibilità che rimaneva che era quella di una scienza pratica capace semplicemente di risolvere sempre meglio i problemi che l’uomo man mano si va ponendo. È chiaro che questa è un’idea drammatica perché rinuncia al concetto di verità e si lega al concetto di problema facendo si che chi eredita questo pensiero non ci arrivi dopo un percorso di riflessione ma lo ponga come un postulato.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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