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Platone. Relazione tra idee e cose sensibili


Anche le idee non sono esenti da problemi: ed egli facendo parlare Parmenide nell’omonima opera mette in ballo tutti i problemi riguardanti le relazioni tra le cose e le idee: egli nel Parmenide si chiede esplicitamente: di quali cose ci sono idee? Viene difficile accettare l’esistenza di idee anche per cose che possono sembrare spregevoli come il fango; ma il linea di principio anche di queste cose devono esistere idee. Egli in quest’opera definisce le idee  unità di un molteplice, dunque al centro della nozione stessa di idee c’è il problema del rapporto tra uno e molti. Platone aveva precedentemente descritto la relazione tra idee e cose sensibili o come partecipazione delle cose sensibili all’idea o come rapporto di somiglianza, o come presenza delle idee nelle cose sensibili; nel Parmenide esclude tutte e tre le possibilità. Una cosa non può partecipare dell’idea di bellezza perché ciò implica una somiglianza con essa: e se un cavallo sarà bello perché simile all’idea di bellezza si potrebbe affermare che anche la bellezza è bella; se così fosse ci sarebbe bisogno di una terza entità a cui la bellezza si rifà per essere bella. Partecipazione e somiglianza non possono allora essere accettate. Inoltre il filosofo afferma che se fosse presente nella sua totalità negli oggetti belli essa non potrebbe più sussistere in sé e si dissolverebbe; viceversa se fosse presente solo parzialmente in molti oggetti essa si frantumerebbe e non sarebbe più un’unità.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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