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Critica del giudizio kantiana


Kant: critica del giudizio (della capacità del giudizio) --> kritik des urteiskraft
Domanda fondamentale che assillava kant nel ‘700 (epoca del gusto) : che validità ha il nostro giudizio del gusto? Quando diciamo che qualcosa è bello, cosa stiamo dicendo? È cognitivo? Mi dice qualcosa su quella cosa che considero bello?
Giudizio teleologico : riconoscimento di una finalità interna alla natura --> finalizzata a un ordine.
La nostra facoltà di giudicare si inquadra in un contesto di principi a priori, sul hic et nunc, sulle faccende concrete, ha bisogno di mettersi in relazione con essi.
Come fare ordine? --> principio della finalità.
1° problema : il giudizio del bello è soggettivo o oggettivo?
Giudizio soggettivo : non è strettamente privato, aspira a un’intersoggettività, quindi può valere anche per altri.
Avvertire uno stato d’animo rispetto all’oggetto giudicato, riguarda chi giudica.
Tavola sinottica proposta da Kant al termine della sua introduzione alla critica del giudizio
Problema : riunificare i campi dell’esperienza umana una volta che sono stati divisi.
Facoltà complessive dell’animo :
Conoscitiva : capacità di conoscere. Condizioni di possibilità con le quali possiamo conoscere
Sensibilità : attività sintetica dell’intelletto
Facoltà precipua di questo ambito --> intelletto : opera sui dati della sensibilità
Principi che operano --> legalità
Ambito di applicazione della conoscenza --> natura come ambito regolato da leggi a priori.
Facoltà appetiva : capacità di desiderare, mira a perseguire il bene come fine definitivo
Facoltà precipua: ragione --> mirare al bene senza condizionamenti --> libertà da soggetto agente.
Come rimettere insieme tutto questo? La critica del giudizio fa da collante.
Sentimento del piacere/dispiacere : capacità di giudizio (facoltà conoscitiva)
Giudizio/modo di giudicare --> non determinante come critica della ragion pura/pratica ma giudizio riflettente. Il principio che regola la capacità di giudizio è la finalità.
Natura come se fosse ordinata in vista di un fine --> oggetto dell’applicazione : arte anche come natura = prodotto di un intelletto --> ambito della critica

Tratto da ESTETICA di Silvia Lozza
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