Salto verso un nuovo modo di pensare e di esprimersi
Il nostro tradizionale modo di pensare ci impedisce di esprimerci in questo modo. Si rende dunque necessario il salto in un nuovo modus cogitandi ottenibile solo «prendendo un cammino e costruendoci una via che ci conduca in prossimità dello stato di cose che abbiamo menzionato», in prossimità della piana da cui compiere il salto. La necessità di intraprendere una strada indiretta è motivata sulla base del fatto che essa, attraverso una serie di considerazioni preliminari che ci informano su come la tesi del fondamento è stata recepita nella storia del pensiero, è utile a «preparare il salto» in questo nuovo modo di pensare e di intendere la tesi del fondamento, pur non potendo ovviamente né sostituire il salto né tantomeno compierlo, e a far comprendere che non c’è affatto un passaggio graduale dall’ambito della tesi del fondamento come tesi dell’ente all’ambito della tesi del fondamento come tesi dell’essere. Il cammino compiuto ci ha condotto su un terreno e attraverso un terreno del quale il salto ha bisogno per balzare via. La necessità del salto è corroborata anche dal fatto che Satz non significa solamente «tesi», ma anche, appunto, «salto». Ma dove vuole condurci questo salto? Nell’«essenza dell’essere». Propriamente non possiamo più dire che la tesi del fondamento è una tesi dell’essere (Satz vom Sein), ma dobbiamo dire che è un «salto nell’essere (Satz in das Sein) in quanto essere, e cioè in quanto fondamento».
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Filosofia teoretica
- Docente: Francesco Tomatis
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