Il principio di ragione è ‘tesi dell’essere’, non dell’ente
L’indagine heideggeriana sulla tesi del fondamento segue un «filo conduttore»: prima di dire qualcosa intorno al contenuto della tesi, intorno all’essenza del fondamento cui essa sembra riferirsi, occorre «girare attorno alla tesi del fondamento» procedendo per vie indirette. Questo procedimento «deve condurci a una posizione dalla quale possiamo anzitutto ottenere una coscienza più precisa di come la tesi del fondamento si presenta nell’ambito del pensiero occidentale», per poi rivelarci che nel modo in cui è stata tradizionalmente pensata «la tesi del fondamento non è un’asserzione diretta sull’essenza del fondamento. […]. [Essa] parla sì del fondamento, e tuttavia non è un’asserzione sul fondamento in quanto fondamento». Secondo la tradizione, essa è una tesi che asserisce qualcosa intorno all’ente, è «tesi dell’ente», in quanto, nella proposizione Nihil est sine ratione, «Niente è senza fondamento», ovvero «Ogni ente ha un fondamento», il soggetto intorno al quale si asserisce l’avere un fondamento è, per l’appunto, «Ogni ente».
Il salto in un nuovo modus cogitandi può, tuttavia, rivelarci qualcosa di completamente diverso e sconcertante: la tesi del fondamento non è una proposizione che asserisce qualcosa intorno all’ente, non è «tesi dell’ente», ma è tesi del fondamento nel senso più vero del termine: essa asserisce qualcosa intorno al fondamento che è l’essere; essa è «tesi dell’essere». La «duplice tonalità» in cui la tesi ha da sempre risuonato ci svela proprio tale sconvolgente rivelazione:
1. Nihil est sine ratione. È la tonalità abituale in cui la tesi del fondamento è stata da sempre letta, ma, come abbiamo già inteso, «la tesi del fondamento, intesa nel modo abituale, non è una asserzione sul fondamento, bensì sull’essente, nella misura in cui esso è di volta in volta un ente». Questo è l’ambito dal quale bisogna effettuare il salto nella nuova tonalità della tesi.
2. Nihil est sine ratione. È la tonalità nuova, «decisiva», la quale solamente può fornirci delucidazioni sul fondamento.
Ma non indugiamo oltre in questa premessa. Tenendo presenti le linee guida appena descritte, cerchiamo di seguire il percorso che Heidegger ha approntato al fine di comprendere in profondità il contenuto del testo.
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Filosofia teoretica
- Docente: Francesco Tomatis
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