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L'interpellazione, la soggettiva, l'enunciatore e l'enunciatario nel film

I nostri quattro casi, prima ancora di chiarire il senso della destinazione del discorso filmico, sono pronti a suggerire della parole precise sui meccanismi attraverso cui emerge ciò che in generale chiamiamo soggetto, e dei punti ciechi cui questo va incontro:




Da un lato scorgiamo con nettezza i limiti di quelli che sono i pivot delle nostre due configurazioni: i punti di sincretismo, rispettivamente il noi e il voi, costituiscono la cerniera esplicita tra l’enunciazione e l’enunciato, ma sono anche il buco nero in cui si va ad annullare la potenzialità della visione; quindi anche nel testo filmico l’emergere di una soggettiva si intreccia con il rischio dell’assoggettamento: nei bordi del quadro e del fuori campo, tra il trovarsi e il perdersi c’è solo un batter di ciglia.
Dall’altro lato però scorgiamo con altrettanta nettezza anche le relazioni che i personaggi in scena intrattengono con le diverse forze in campo, e quindi i loro punti di forza; notiamo che chi appare sullo schermo nell’interpellazione in definitiva non viene fatto guardare, mentre chi appare sullo schermo nella soggettiva in definitiva non guarda.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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