La solitudine dei personaggi di "Parla con lei" (Almodòvar)
La rosa dei personaggi del film si presenta come un florilegio di profonde e articolate solitudini. Lydia esercita l'arte della torera in un mondo dominato dal machismo; ha perso il conforto del padre un anno fa ed è stata lasciata dal collega toreador. Marco è argentino, sradicato dunque e costretto ulteriormente alle dimensioni del viaggio e dello spaesamento per ragioni di lavoro (scrive guide turistiche) e d'amore (cerca di allontanare la ragazza, finita nel giro della droga madrilena); anche lui è rimasto solo e anche lui non ha mai smesso di amare la fidanzata. Benigno è inviso in ospedale perché omosessuale; suo padre lo ha abbandonato da molti anni e la madre è morta; è innamorato di Alicia, la ragazza in coma affidata alle sue cure. Alicia, a sua volta è sola perché nulla può vedere e nulla può sentire.
Una solitudine totale.
I personaggi del film sono dunque soli, fisicamente e psicologicamente; sono gli unici abitanti delle rispettive case. La difficoltà di incontrarsi, di stare insieme, di poter costruire un rapporto sicuro e duraturo è infatti precisamente e continuamente indicata nello sviluppo narrativo del film dall'impossibilità di abitare insieme la stessa casa. Con ancora maggiore precisione, ricorre in continuazione, per tutto il film, la medesima situazione: due persone dovrebbero, per logica o desiderio, essere presenti o stare nella stessa casa, ma così non avviene.
Paradigmatica in questo senso è la storia dell'appartamento di Benigno, vero epicentro metaforico dell'impossibilità di una coabitazione tanto fisica che sentimentale: già scomparso il padre, Benigno abita l'appartamento con la madre che però non appare mai tranne una volta come voce fuori campo; dopo la sua morte, Benigno vi resta solo e comincia a fantasticare sulla ballerina (Alicia) che si esercita nella scuola di ballo di fronte a casa sua; dopo che questa è caduta in comea, Benigno prepara l'appartamento per quando Alicia si risveglierà e potrà andare a vivere con lui: un sogno evidentemente irrealizzabile e che non si realizzerà mai; l'appartamento verrà poi preso dall'amico Marco, ma solo quando Benigno sarà in carcere.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Stefania Rimini
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