L’omicidio nel Kanun
La premeditazione come aggravante
La premeditazione implica non solo la volontà di uccidere, ma soprattutto l’attivazione di un progetto che abbia come finalità la morte del soggetto.
L’atto premeditato è sempre punito in modo più grave.
La premeditazione è dunque il primo elemento che deve comparire perché sia attivata la pena capitale da parte della comunità.
Anche nel diritto consuetudinario albanese, la premeditazione è un’aggravante.
Nel Kanun, all’art. 118, viene minuziosamente descritto il comportamento dei congiurati in relazione alla fattispecie dell’”agguato”: § 822 “l’agguato è quell’azione con la quale, nelle montagne e nelle pianure, si sceglie il posto adatto e si tendono insidie contro i sanguinari o contro qualunque altro si vuole uccidere”.
Uccidere in un agguato implica certamente la premeditazione.
Chi uccide non può negare l’omicidio, perché altrimenti negherebbe la volontarietà del suo gesto e impedirebbe l’attivazione della vendetta di sangue.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Sistemi Giuridici Comparati, a.a. 2006/2007
- Titolo del libro: "La tradizione giuridica occidentale" e "Diritto consuetudinario albanese"
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