Il rinascimento giuridico: dopo l'anno 1000
Il periodo del rinascimento giuridico si inserisce in un’età, all’indomani dell’anno 1000, che è di profondo rinnovamento in tutti i campi, ed è legato al rifiorire delle città e dei commerci.
Solo il diritto, e non più gli ideali cristiani, si mostrano in grado di assicurare l’ordine e la sicurezza di cui il progresso ha bisogno.
Rinascimento giuridico vuol dire essenzialmente rinascimento dello studio del diritto romano:
Quale diritto romano?
Il diritto romano che si studia è il diritto del Corpus Juris Civilis, voluto da Giustiniano e pubblicato nella prima metà del VI secolo, che sostituì tutto il diritto precedente.
Il Corpus Juris Civilis si articola in quattro parti:
a. Codex, che è una raccolta dei decreti imperiali;
b. Digesta, di gran lunga la parte più importante e più usata, che è una raccolta delle opinioni di 39 giureconsulti su una grande varietà di materie;
c. Institutiones, articolate in tre parti (personae, res, actiones), è un testo introduttivo al diritto, ma dotato di valore normativo;
d. Novellae, ossia gli atti normativi promulgati dopo la pubblicazione del Corpus Juris Civilis.
La codificazione giustinianea si propone, allo stesso modo in cui si proporranno i grandi codici ottocenteschi, come una rottura con il passato: tutto il diritto preesistente è spazzato via.
Il giurista di civil law (ri)nasce come interprete di un testo autorevole: il giurista è tale perché studioso di un testo, non perché si interessa dei conflitti da risolvere.
Infine, fin dalla compilazione giustinianea, la tradizione di civil law ha nella dottrina il suo fulcro principale, come testimonia l’attribuzione di forza di legge alle opinioni dei giureconsulti e alle Institutiones.
Perché il diritto romano?
La considerazione di partenza, per rispondere a tale quesito, è che per superare i diritti locali, e per rispondere così ai bisogni concreti di una società sempre più mobile e aperta, il diritto viene concepito e insegnato nelle università come modello di organizzazione sociale.
L’importante è trovare le regole giuste, e insegnarle in modo da diffondere di nuovo l’ideale di una società fondata sul diritto.
In secondo luogo, il diritto romano è dotato di un grande prestigio, è un diritto ricco e raffinato, accessibile perché conservato in un’unica grande opera, nella lingua custodita dalla Chiesa, il latino, collegato all’idea di una civiltà luminosa.
Infine, il diritto romano è strettamente collegato con l’ideologia imperiale: il diritto romano è valido perché deriva da una manifestazione di volontà dell’imperatore, è uno strumento della sua autorità.
L’epoca di cui si discorre è quella in cui la società tende a trovare nel Sacro Romano Impero una base unitaria del proprio regime politico.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Sistemi Giuridici Comparati, a.a. 2006/2007
- Titolo del libro: "La tradizione giuridica occidentale" e "Diritto consuetudinario albanese"
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