L'ambito di applicazione delle garanzie costituzionali del "giu­sto processo", art 111 cost.

L'art. 111 Cost., quando esordisce dicendo che la «giurisdizione si attua me­diante il giusto processo», ovviamente si riferisce, innanzitutto, all'attività giu­risdizionale statale. Per cui deriva per lo Stato un duplice dovere: quello di approntare l'apparato della tutela giurisdizio­nale e quello di disciplinare la macchina processuale nel rispetto di alcune ga­ranzie fondamentali.
Tuttavia, è possibile parlare di giurisdizione anche in senso sostanziale.
È possibile qualificare come "giurisdizionale" ogni atti­vità che, rivolta alla tutela dei diritti, abbia delle costanti caratteristiche funziona­li e strutturali e ciò a prescindere dal soggetto chiamato a porla in essere. Del resto neanche dall'art. 102 Cost. è ricavabile un necessario monopolio dell'attività giurisdizionale in capo agli organi dello Stato, dovendosi, invece, da tale norma e da tutte le altre finora considerate, trarre solo quel duplice dovere dello Stato ap­pena ora ricordato.
Invero, è possibile che l'ordinamento statale riconosca come concepibile solo la sua giurisdizione, ma è anche possibile che, invece, le sue leggi diano ingresso ai risultati prodotti dall'attività sostanzialmente giurisdizio­nale di soggetti diversi dai suoi giudici, insomma è possibile che a livello di or­dinamento statale sia riconosciuta la valenza di altre giurisdizioni. Se questo ac­cade, le garanzie del giusto processo vanno applicate anche a tali giurisdizioni.
Il punto ora è verificare, per un verso, se la possibilità astrattamente indicata si sia trasformata, in qualche misura, in una realtà normativamente prevista e, per altro verso, in quale modo si deve intendere che le garanzie del giusto pro­cesso devono valere anche per giurisdizioni diverse da quella statale.