Tipologie di asfissia: Strangolamento
È una forma di asfissia meccanica che si realizza mediante costrizione delle vie aeree dall’esterno, ottenuta con l’uso di un laccio posto attorno al collo o di un altro mezzo equivalente cui è comunque applicata una forza agente secondo un piano trasversale rispetto all’asse maggiore del collo.
Lo strangolamento quindi si differenzia dallo strozzamento per l’utilizzazione di un qualsiasi mezzo meccanico; dall’impiccamento in quanto non vi è sospensione totale o parziale del corpo.
Al meccanismo asfittico puro si può aggiungere o sostituire, per il noto effetto inibitorio, quello nervoso; in questo caso la morte interviene rapidamente e non si osserva il classico quadro asfittico.
Nello strangolamento, infatti, si verifica un imponente stasi circolatorio nel territorio a monte della circoscrizione con conseguente aumento delle pressioni intravascolari, rottura dei piccoli capillari, perdita di coscienza.
Il quadro anatomo-patologico è quello generale delle morti asfittiche.
Segno esterno caratteristico dello strangolamento è il solco cutaneo impresso sulla superficie del collo che ha una disposizione trasversale e solo raramente può essere dotato di una minima obliquità; è continuo, nel senso che interessa tutta la superficie del collo, a eccezione dei casi di strangolamento atipico in cui interessa solo la parte anteriore; può essere singolo o multiplo, rappresentato cioè da più solchi lasciati dal mezzo costringente quando questo è stato avvolto a formare due o più volute intorno al collo, oppure perché il laccio è stato allentato e poi stretto più volte a diversa altezza; ha una uguale e regolare profondità in tutto il suo percorso in virtù del fatto che il laccio esercita un’omogenea azione compressiva.
Il solco è duro quando viene prodotto da un laccio ruvido, capace di azione escoriante; è invece molle quando prodotto da un laccio morbido e soffice, privo di potere escoriante.
I segni interni sono analoghi a quelle riscontrabili nelle altre forme di asfissia meccanica.
Lo strangolamento può essere sia di natura suicidiaria che omicidiaria e non mancano evenienze di carattere accidentale.
Lo strangolamento omicidiario richiede una certa prevaricazione di forza tra autore e vittima; quello suicidiario viene attuato con tecniche complesse che consentono di mantenere la stretta del collo anche dopo che interviene la perdita di coscienza; quello accidentale avviene tramite la costrizione di un laccio che il soggetto porta al collo (catenina, cravatta, sciarpa), il quale viene imprigionato da un mezzo meccanico in movimento.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Medicina Legale, a.a. 2008/2009
- Titolo del libro: Compendio di medicina legale
- Autore del libro: L. Macchiarelli, P. Arbarello, G. Cave Boni, N.M. Di Luca e T. Feola
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