Le caratteristiche della retribuzione a tempo
Nella retribuzione a tempo, un’importante distinzione è quella tra retribuzione oraria denominata salario e retribuzione mensile chiamata stipendio, tradizionalmente corrispondente alla distinzione tra operai e impiegati.
La differenza dipende dal fatto che la retribuzione oraria è calcolata sulla base delle ore lavorate nel mese, mentre con la retribuzione mensile il datore di lavoro si assume il rischio della mancata prestazione di lavoro entro il mese.
La distinzione tra retribuzione oraria e retribuzione mensile incide sulla diversa ripartizione del rischio dell’inattività o mancanza di lavoro, che soltanto nel primo caso è posto a carico esclusivo del lavoratore.
Sulla retribuzione normale si calcolano tutte le maggiorazioni: per lavoro straordinario, per lavoro festivo e per lavoro notturno.
Per quanto riguarda le festività, poi, esse devono essere retribuite con la retribuzione globale di fatto giornaliera, mentre l’eventuale lavoro festivo va compensato con un’ulteriore retribuzione.
Alla mancata fruizione del riposo feriale da parte del lavoratore fa riscontro non solo il diritto, ai sensi dell’art. 2126 c.c., alla retribuzione per il lavoro prestato, ma anche il risarcimento del danno subito.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto del lavoro, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: "Diritto del Lavoro" di E. Ghera, "Solidarietà, mercato e concorrenza nel welfare italiano" di S. Sciarra
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