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Ricorso per cassazione: mancata assunzione di una prova contraria decisiva


Mancata assunzione di una prova contraria decisiva, quando la parte ne ha fatto richiesta nel corso dell’istruzione dibattimentale, il motivo di ricorso per Cassazione è ammissibile alle seguenti condizioni:
deve trattarsi di prova contraria a quella che sia stata ammessa;
deve trattarsi di prova decisiva, cioè idonea ad incidere in modo significativo sul procedimento decisionale seguito dal giudice e da determinare, di conseguenza, una differente valutazione complessiva dei fatti e portare in concreto ad una decisione diversa.
Pertanto la parte impugnante deve documentare l’idoneità a determinare la modifica della decisione sottoposta a gravame;
occorre che la prova contraria decisiva sia stata chiesta al momento delle richieste di prova all’inizio del dibattimento o anche nel corso dell’istruzione dibattimentale.
Ove vi sia stato appello e la mancata assunzione si avvenuta in primo grado, l’art. 6063 c.p.p. impone che il vizio sia stato prospettato precedentemente nei motivi di appello con l’indicazione degli elementi fondanti.
Non è consentito il ricorso per saltum in caso di omessa assunzione di prova contraria decisiva.

Tratto da INDAGINI PRELIMINARI, PROCESSO E SENTENZA di Stefano Civitelli
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