Caratteristiche delle psicosi organiche
Per psicosi organiche si intendono le malattie psichiche provocate da un noto agente patogeno e accompagnate da ben conosciute alterazioni anatomo-patologiche.
Il rapporto alle cause vengono distinte:
1.le psicosi dell’età senile, consistenti nella accentuazione del naturale deterioramento delle funzioni mentali, dovuto alla vecchiaia (demenze senile) o ad alterazioni della circolazione sanguigna (demenze arteriosclerotiche).
Le psicosi involutive hanno un particolare interesse criminologico, essendo ad esse attribuibile molta della pur scarsa criminalità primaria senile.
Nella delinquenza senile vengono ravvisate peculiari caratteristiche:
a.sia quantitative, perché molto più scarsa, in cifra assoluta e relativa, rispetto alla delinquenza giovanile, per cui la disposizione a delinquere nella vecchiaia è molto inferiore rispetto a qualsiasi altro periodo dell’età giovanile o adulta;
b.sia qualitative, constatandosi una significativa diminuzione delle attività criminose tipiche della delinquenza abituale e professionale o comunque incompatibili con l’età molto avanzata (rapine, reati stradali);
2.le psicosi confusionali, che si verificano nel corso di certe malattie acute, comportando mancanza di chiarezza nel pensiero, disorientamento nello spazio e nel tempo, turbamenti nella percezione;
3.le psicosi traumatiche, dovute a lesioni cerebrali causate da incidenti e che possono provocare disturbi psichici, eccitabilità o anche profondi cambiamenti della personalità.
Una forma di psicosi organica può essere provocata dalla encefalite letargica, forte febbre infettiva che colpisce i giovani e produce un’infiammazione del cervello, seguita generalmente da gravi e permanenti effetti;
4.la paralisi progressiva, un tempo frequente e dovuta ad infezione sifilitica e caratterizzata da un deterioramento progressivo di tutta la personalità;
5.le psicosi puerperali, che colpiscono donne incinte e dopo il parto e costituiscono forme psicotiche da esaurimento;
6.le psicosi epilettiche, dovute cioè all’epilessia.
Benché l’importanza criminogenetica dell’epilessia sia stata in passato, a cominciare dal Lombroso, esagerata, certi aspetti del carattere epilettico più che le manifestazioni cliniche della malattia possono rappresentare un maggior rischio di criminalità.
Reati di vario genere e gravità possono essere compiuti durante quegli episodi di turbamento della coscienza senza fenomeni convulsivi.
È stata richiamata l’attenzione anche sulla cosiddetta “fuga epilettica”, durante la quale i pazienti possono perdere il senso dell’orientamento, girovagando per lungo tempo senza alcuno scopo e commettendo reati minori;
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Criminologia, a.a. 2008-09
- Titolo del libro: Il problema della criminalità
- Autore del libro: Ferrando Mantovani
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