Primo principio di razionalità di Searle: le rappresentazioni
PRIMO PRINCIPIO DI RAZIONALITÀ DI SEARLE: LE RAPPRESENTAZIONI
La realtà esiste indipendentemente dalle rappresentazioni umane
Supponiamo di essere rinchiusi in una stanza senza finestre e di potere vedere la realtà che ci circonda tramite una telecamera, che però mostra tutte le cose verdi in rosso: non ho modo di sapere come è in realtà fatto il mondo. Questo è un modello di come funziona la percezione generale del mondo.
Cartesio risolve questo problema (corrispondenza fra percezioni realtà) dicendo che c’è Dio.
Si può mostrare con difficoltà, ma si presuppone che la realtà ci sia. E non dipende dal modo in cui la si percepisce.
Quindi le cose che esistono in linea di massima non dipendono dal modo in cui le rappresentiamo.
Il linguaggio serve a vedere le cose nel mondo: la maniera in cui le varie popolazioni spezzettano le percezioni, danno referenti diversi. Per es. studiare una lingua: se imparo a memoria tutto potrei comunque non capire i discorsi, perché la comprensione della lingua dipende dalle conoscenze enciclopediche (non è scritto nel linguaggio stesso).
Alcune realtà sono dipendenti dalle rappresentazioni sociali: per es. le entità sociali (il danaro,..).
Il diritto presuppone una realtà che è condivisa da tutti (per es. l’impronta digitale è una prova,..).
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Dettagli appunto:
- Autore: Francesca Morandi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Giurisprudenza
- Corso: Giurisprudenza
- Esame: Filosofia del diritto
- Docente: Prof. Andrea Rossetti
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