I rapporti all’interno dell’ufficio dell'ufficio del Pubblico Ministero
I rapporti di dipendenza gerarchica all’interno dell’ufficio del Pubblico Ministero devono contemperare esigenze contrapposte:
- la prima è quella di garantire la posizione di indipendenza del singolo magistrato del PM;
- la seconda è quella di assicurare la buona organizzazione dell’ufficio della pubblica accusa.
L’evoluzione legislativa denota come si è passati da un sistema classificabile come “personalizzazione delle funzioni” ad un altro definibile “gerarchia attenuata”:
Personalizzazione delle funzioni, il titolare dell’ufficio designava il magistrato in modo automatico in base al sistema tabellare che vige per i giudici e che il CSM aveva esteso agli uffici del PM.
Esisteva un rapporto di sovraordinazione, ma il magistrato designato conservava una vera e propria autonomia operativa.
Il titolare poteva dare soltanto direttive di carattere generale, e la revoca della designazione era consentita soltanto in casi tassativi e cioè quando il magistrato intendeva formulare richieste in contrasto con le direttive di carattere generale.
Gerarchia attenuata, i criteri automatici non costituiscono più l’unica modalità di attribuzione di un caso, bensì l’assegnazione da parte del Procuratore della Repubblica può essere nominativa.
Il Procuratore della Repubblica esercita l’azione penale "personalmente o mediante assegnazione a uno o più magistrati addetti all’ufficio", non si tratta più di quella designazione del codice del 1988 o della delegazione della prima riforma del 2006.
La l. 269/2006 ha introdotto il nuovo istituto della assegnazione, la cui natura giuridica consiste nel conferire poteri operativi con limitata autonomia funzionale.
Con l’atto di assegnazione il Procuratore della Repubblica può stabilire i criteri, sia generali che particolari, ai quali il singolo magistrato deve attenersi nell’esercizio della relativa attività e quando tali criteri risultano essere stati violati il Procuratore può revocare l’assegnazione con provvedimento motivato.
Il potere direttivo del titolare si attenua quando il magistrato si trova in udienza.
In tal caso, il magistrato del Pubblico Ministero esercita le sue funzioni con piena autonomia.
Il magistrato del PM, quando intendere chiedere al giudice una misura cautelare personale o reale, deve ottenere l’assenso scritto del Procuratore della Repubblica.
Analogo assenso è necessario per disporre il fermo.
Il Procuratore della Repubblica mantiene personalmente i rapporti con gli organi d’informazione.
Ogni informazione inerente alle attività della Procura deve essere fornita attribuendola in modo impersonale all’ufficio ed escludendo ogni riferimento ai magistrati assegnatari del procedimento, è per questi motivi che è vietato ai singoli magistrati del Pubblico Ministero di rilasciare dichiarazioni agli organi d’informazione.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto processuale penale - modulo I, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: Manuale di procedura penale
- Autore del libro: Paolo Tonini
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