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Diritto amministrativo: costituzione, leggi, regolamenti, direttive, programmi


Atti di indirizzo politico italiani sono di varia natura, la parte più importante di essi sono quelli presi con le forme previste tra le fonti di diritto:

- Costituzione, fondamentale atto di indirizzo politico, così come nei trattati europei, sono definite le finalità sociali da raggiungere.
Soprattutto in tema di tutela della concorrenza la nostra Costituzione è entrata in conflitto con disposizioni di trattati provenienti dalla comunità.
L’amministrazione agisce in conformità alla legge statale anche se incostituzionale, sarà casomai il giudice, che decide per una controversia relativa all’atto amministrativo fondato su tale legge, a porre la questione alla Corte costituzionale, mentre in caso di leggi contrastanti con le fonti comunitarie la P.A. può disapplicare autonomamente la legge.

- Leggi, sono atti indirizzo politico più concreti che mirano a stabilire le modalità di attuazione di obbiettivi costituzionali precisi, determinano più chiaramente obbiettivi non perfettamente precisati dalla Costituzione, stabiliscono nuovi obbiettivi sociali derivati dall’evolversi sociale.

- Regolamenti,
1. governativi,
a) regolamenti di esecuzione, delle leggi e dei decreti legislativi, le innovazioni sul piano dell’indirizzo politico dovrebbero essere ridotte al minimo, dal momento che, appunto, le loro disposizioni contengono norme dirette semplicemente a consentire l’esecuzione di quanto già disposto in dettaglio da una legge o da un decreto legislativo;
b) regolamenti di attuazione e integrazione, contengono norme di principio per effettuare nuove scelte fra gli interessi;
c) regolamenti indipendenti, possono disciplinare, con un ambito di discrezionalità politica uguale alla legge, soltanto materie nelle quali manchi la disciplina da parte di leggi o di atti aventi forza di legge.
I regolamenti possono disciplinare le materie con riserva relativa di legge, a parte quelli indipendenti, ma non possono in caso di riserva di legge assoluta.
2. regionali, dell’esecutivo regionale, tenderanno ad assumere notevole importanza in quanto atti di indirizzo politico.
3. di comuni e province, nelle materie conferite da regioni o dallo Stato la potestà regolamentare è limitata a profili organizzativi e procedimentali, in materie in cui hanno funzioni amministrative proprie allora è molto simile alla potestà regolamentare governativa.
I regolamenti, come atti di indirizzo politico rivolti all’attività amministrativa, sono affidati agli organi burocratici e politico-amministrativi: consigli per enti locali, giunte per regioni, governo e ministeri per Stato.
Anche il loro regime giuridico è quello usato per gli atti amministrativi.

- Direttive (atti di indirizzo ma non fonti del diritto), le emette il presidente del Consiglio per assicurare il corretto funzionamento degli uffici pubblici.

- Programmi (atti di indirizzo ma non fonti del diritto), atti che indicano obbiettivi che devono raggiungere le pubbliche amministrazioni.

L’amministrazione pubblica è un’attività non autonoma ma funzionale all’interesse pubblico, cioè alle finalità stabilite dagli atti di indirizzo politico e politico-amministrativo, che è dunque caratterizzata da un particolare rapporto con la legge.
Questa infatti, nella sua concezione ampia e generica che comprende anche altri atti come visto sopra, indirizza l’amministrazione e, quando quest’ultima agisce usando poteri autoritativi, svolge una funzione di garanzia nei suoi confronti.

Tratto da DIRITTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE di Stefano Civitelli
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