La trasformazione eterogenea delle società
La trasformazione eterogenea che ha come punto di partenza una società di capitali richiede una relazione illustrativa degli amministratori e una maggioranza particolarmente qualificata per la deliberazione assembleare: il voto favorevole dei ⅔ degli “aventi diritto” e, comunque, il consenso dei soci che assumono responsabilità illimitata.
La trasformazione eterogenea che, invece, ha una società di capitali come punto d’arrivo richiede maggioranze diversificate a seconda del tipo di ente:
- nei consorzi, il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consorziati;
- nelle comunioni di aziende, l’unanimità;
- nelle società consortili e nelle associazioni, la maggioranza richiesta dalla legge o dall’atto costitutivo per lo scioglimento anticipato;
- nelle cooperative, quorum diversificati a seconda del numero dei soci.
Nelle fondazioni, infine, la trasformazione in società di capitali è disposta dall’autorità governativa, su proposta dell’organo competente.
Non sempre la trasformazione eterogenea in società di capitali è consentita.
Per le associazioni può essere esclusa dall’atto costitutivo o dalla stessa legge per determinate categorie (in ogni caso per le associazioni che abbiano ricevuto contributi pubblici).
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto commerciale, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: Corso di diritto commerciale (vol. 1 e 2)
- Autore del libro: Gaetano Presti e Matteo Rescigno
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