I prezzi di trasferimento infragruppo (transfer price)

Il Testo unico contiene una norma intesa ad evitare che, nei rapporti economici tra imprese italiane e imprese straniere facenti parte di un medesimo gruppo, vengano poste in essere pratiche elusive, con cui viene attuato il trasferimento di utili da imprese italiane ad imprese residenti all’estero, mediante la fissazione di prezzi non corrispondenti al “valore normale”.
La norma opera quando un’impresa italiana cede dei beni, o presta servizi, ad un’impresa estera controllata, ed applica prezzi inferiori al valore normale, comprimendo così i propri utili a favore della consociata.
Inoltre, la norma opera quando un’impresa italiana acquista beni o servizi da una consociata estera, ad un prezzo superiore a quello normale.
Per arginare queste pratiche, il legislatore ha previsto che i prezzi siano valutati in base al valore normale, se ne deriva aumento del reddito per l’impresa italiana.
Pertanto, ai fini fiscali, non hanno rilievo i prezzi pattuiti.
L’impresa italiana che non ha praticato prezzi conformi al valore normale deve operare delle rettifiche in aumento nella dichiarazione dei redditi.
Se la rettifica non è fatta dall’impresa, in sede di dichiarazione, l’amministrazione finanziaria può rettificare in aumento i corrispettivi di vendita o rettificare in diminuzione i costi.
Il valore normale è il prezzo praticato in condizioni di libera concorrenza.
La norma si applica ai rapporti:
a. tra imprese italiane e società non residenti che controllano direttamente o indirettamente l’impresa italiana, o ne sono controllate;
b. tra imprese italiane e società estere, quando i due soggetti dell’operazione siano entrambi controllati da una medesima società (capogruppo);
c. tra società non residenti e imprese italiane, quando queste ultime svolgono per le prime attività di commercializzazione di prodotti.