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I beni dell’impresa ed il “valore fiscalmente riconosciuto”


Qualificare un bene come “relativo all’impresa” significa postulare, per esso, l’applicazione del “sistema” di regole che concernono nel reddito di impresa.
Per le società sono “relativi all’impresa” tutti i beni che possiedono.
Ben diversa è la situazione dell’imprenditore individuale, per il quale si ritengono “relativi all’impresa” i seguenti cespiti: le merci, i beni strumentali, i crediti acquisiti nell’esercizio dell’impresa, i beni inventariati.
I beni “relativi all’impresa” devono essere distinti in tre categorie:
1. beni-merce, quelli alla cui produzione o scambio è diretta l’attività dell’impresa (la cessione dei beni-merce genera ricavi);
2. beni strumentali, quelli inseriti nel processo produttivo dell’impresa in modo durevole e utilizzati in più esercizi;
3. beni meramente patrimoniali, sono la categoria residuale da individuare per esclusione rispetto ai beni-merce e ai beni strumentali (la cessione di beni strumentali e patrimoniali crea plusvalenze o minusvalenze).
Alla somma dei beni-merce prodotti o acquisiti da un’impresa in un dato esercizio e di quelli residuati da precedenti esercizi (rimanenze iniziali) deve corrispondere la somma dei beni alienati nell’esercizio e di quelli giacenti in magazzino alla fine dell’esercizio (rimanenze finali).
Le rimanenze di magazzino hanno, dunque, la funzione di trasferire il costo dei beni invenduti da un esercizio all’altro; in tal modo, il costo di acquisto è imputato all’esercizio in cui il bene genera ricavi.

Tratto da CONCETTI SUL DIRITTO TRIBUTARIO E SULL'IVA di Stefano Civitelli
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