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Caratteri generali del Romanticismo


Con il termine Romanticismo si indica il movimento filosofico, letterario, artistico, ecc. che, nato in Germania negli ultimi anni del secolo XVIII, ha poi trovato la sua massima fioritura in tutta Europa, nei primi decenni dell’Ottocento, improntando di sé la mentalità di gran parte del secolo.

Se per la una prima interpretazione il Romanticismo trova la sua nota qualificante nell’esaltazione del sentimento, che si concretizza nei rappresentanti del circolo tedesco di Jena e trova i suoi esponenti principali in Friedrich e August Schlegel e Novalis, per una seconda interpretazione esso tende invece a configurarsi come un’atmosfera storica.

Come osservò Paul Valery, è impossibile formulare una definizione esauriente del Romanticismo: “Bisognerebbe aver perso ogni esigenza di rigore intellettuale per osare definire il Romanticismo”. Esso è pieno di ambivalenze, poiché in esso coesistono ad esempio il primato dell’individuo e della società, l’esaltazione del passato e l’attesa del futuro, il titanismo e il vittimismo, ecc.

Tuttavia, pur nella varietà delle posizioni, i romantici sono tutti d’accordo nel respingere la ragione illuministica. Già incriminata del bagno di sangue della Rivoluzione, la ragione dei philosophes è ritenuta anche incapace di comprendere la realtà profonda dell’uomo, dell’universo e di Dio.

Per i romantici, l’organo più funzionale per penetrare l’essenza dell’universo è il sentimento. Il sentimento di cui parlano i romantici è qualcosa di più profondo e intellettuale del sentimento comunemente inteso e risulta nutrito e potenziato di riflessione e filosofia, pur apparendo comunque un’ebbrezza infinita di emozioni. L’esaltazione del sentimento procede parallelamente al culto dell’arte, vista porta aurorale della conoscenza. Al poeta si conferiscono doti sovra-umane, che fanno di lui un esploratore dell’invisibile.

Anche la religione è considerata una via d’accesso privilegiata al reale che, andando oltre i confini della ragione, riesce a cogliere il Tutto nelle parti, l’Assoluto nel relativo, il Necessario nel contingente. Contrariamente a Kant, che aveva costruito una filosofia del finito e aveva fatto valere in ogni campo il principio del limite, i romantici cercano ovunque, dall’arte all’amore, l’oltre-limite. L’Infinito si qualifica come il protagonista principale dell’universo culturale romantico.

Il modello più seguito dai poeti e filosofi tedeschi è quello panteistico. Infatti il sentimento della immedesimazione tra Infinito e finito è così forte da far sì che i romantici, almeno all’inizio, tendano a concepire il finito come la realizzazione vivente dell’Infinito. Sebbene prevalente, esso non è tuttavia l’unico. Il finito viene anche considerato la manifestazione più o meno adeguata dell’Infinito, secondo un modello trascendentista e teista.

L’espressione germanica Sehnsucht (desiderio) sintetizza l’interpretazione dell’uomo come desiderio e mancanza, desiderio di avere l’impossibile e sentire il soprasensibile. Sehnsucht, che deriva etimologicamente da sehnen (desiderare) è di fatto un desiderio innalzato alla seconda potenza, un desiderio del desiderio.

Altri atteggiamenti propri del romanticismo sono l’ironia e il titanismo. L’ironia consiste nella superiore coscienza del fatto che ogni realtà finita è impari di fronte all’infinito, e dunque nel non prendere sul serio le provvisorie manifestazioni dell’infinito (la natura, l’io). Il titanismo esprime invece un atteggiamento di sfida e di ribellione, proprio di chi si vuole combattere pur sapendo che alla fine risulterà perdente e incapace di superare le barriere del finito.

L’anelito verso l’infinito genera anche la tendenza all’evasione e l’amore per l’eccezionale. I romantici sono andati alla ricerca di mondi capaci di eccitare la fantasia, nei mondi del sogno e dell’arte. Collegata all’evasione, è anche la figura romantica del viandante; l’errare romantico assume infatti la fisionomia di un vagare inquieto verso l’irraggiungibile.

Altro tema caratteristico del Romanticismo tedesco è quello dell’armonia perduta, che scaturisce dal convincimento secondo cui la civiltà e l’intelletto avrebbe sradicato l’uomo da una situazione di primitiva spontaneità e simbiosi con la natura, rendendo l’individuo schiavo della società.
L’amore appare ai romantici come il sentimento più forte, la vita della vita stessa. La prima caratteristica dell’amore è la globalità, la ricerca di una sintesi fra anima e corpo. La seconda caratteristica risiede nella ricerca dell’unità assoluta degli amanti, in modo tale ciò che è due possa diventare uno. Secondo i romantici, infine, nell’amore l’Assoluto è almeno in parte già posseduto.

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