Cicerone e la temperanza per Epicuro
Le stesse considerazioni valgono per la temperanza (= una moderazione delle cupidigie obbediente a ragione). Se uno cede ad una brama senza testimoni?? Non esistono piuttosto cose in sè da respingere anche se non accompagnate da disonore? Gli uomini valorosi in battaglia han fatto il calcolo dei piaceri, o sono spinti da un impeto o ardore dell'anima? Cicerone poi allude ad esempi di uomini che agirono sacrificando se stessi per qualcosa di più e allude anche al fatto che furono più tra i romani che tra i greci. Poi fa esempi. Parla di Lucio Torio Balbo di Lanuvio, la cui vita era una successione di piaceri. Egli non temeva neppure la morte, tanto che morì combattendo per lo stato. La sazietà limitava le sue cupidigie. Ed egli curava anche la sua salute, che era perfetta. Quindi secondo gli epicurei era felice?. Ma a lui Cicerone antepone Marco Regolo, console sconfitto, che tornò a Cartagine dopo e fu messo a morte. Fu leale e fermo. Spesso anche la perseveranza e la fermezza nella tristezza rendono felici. Poi parla di Lucrezia e di Lucio Virginio, che uccise la figlia piuttosto che vederla sposa di Appio Claudio.
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Dettagli appunto:
- Autore: Dario Gemini
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Filosofia
- Esame: Teorie della conoscenza morale
- Titolo del libro: De finibus bonorum et malorum
- Autore del libro: Cicerone
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