Cicerone e il piacere per gli epicurei
“Quindi, Torquato, o devi biasimare queste azioni, o rinunciare alla difesa del piacere. Ma a questa difesa non possiamo chiamare personaggi a testimoniare!!!!” Gli stoici sono in lotta con i peripatetici perchè gli uni dicono che è bene solo ciò che è onesto, gli altri che l'onestà ha grandissima importanza, ma vi sono anche certi beni nel corpo e all'esterno. Epicuro dice che non può vivere piacevolmente chi non vive onestamente. Ma che argomenti ha Torquato per dimostrare che Orata, torio o Gaio Postumio (3 buongustai) non ebbero una vita del tutto piacevole?? Secondo Cicerone Epicuro vuole eliminare timori e cupidigie dalla vita dei dissoluti per renderla piacevole. In questo caso, secondo lui, la vita dei dissoluti non sarebbe da criticare. Infatti, tolte cupidigie e timori, non c'è nulla da criticare nella vita dei dissoluti, secondo lui. Ma quindi, regolando ogni cosa sul piacere, non si può trattenere la virtù. Perchè non si può stimare buono e giusto chi si astiene dall'ingiustizia per non averne male. “Così voi insegnate una parvenza di giustizia che ci fa disprezzare la stabilità della nostra coscienza e cercare l'errore dell'opinione altrui. Lo stesso ragionamento vale per tutte le altre virtù”. Portando ad esempio Aulo Torquato (fratello di T), Cicerone dice che quelli che sono con lui cercano il dovere per il dovere, senza esigere piacere dalle cose. Poi Cicerone nota che Torquato ha il suo scopo come personale, occulto.. ma che meriti si acquisterebbe se lo palesasse in pubblico? Se dicesse che per lui tutto è subordinato al piacere?? Il motivo è in verità che si tratta di un discorso vergognoso.
E vero, la parola piacere non ha dignità, e noi forse non la comprendiamo dice Cicerone. Ma il piacere lo capiscono anche i passerotti!! Io so, dice Cicerone, che il piacere è un impressione piacevole prodotta nei sensi. Per Torquato il piacere corrisponde a volte al piacere in movimento = produce una variazione; a volte a un piacere stabile, che riferisce alla mancanza di dolore... Ammettiamo che il piacere sia questo. Ma perchè non si ammette in pubblico e in assemblea che tutte le azioni sono motivate dal concetto di utilità? “Mentre nei processi hai sempre in bocca i peripatetici e gli stoici”. Cicerone gli chiede: “considera se questa è una retta condotta. A mio parere son vere le opinioni oneste, lodevoli, gloriose, che si possono manifestare davanti al popolo e in senato”.
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Dettagli appunto:
- Autore: Dario Gemini
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Filosofia
- Esame: Teorie della conoscenza morale
- Titolo del libro: De finibus bonorum et malorum
- Autore del libro: Cicerone
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