Aristotele. Materia e potenza, forma e atto
Le sostanze sia naturali che artificiali sono composte, ossia sono un synolon (insieme). Esse hanno una materia ed una forma. Ma bisogna fare attenzione a non concepire una sostanza come l’addizione di due entità fisiche. Una sfera di bronzo ad esempio non può essere divisa mettendo da una parte la materia (bronzo) e dall’altra la forma (sfericità). Si tratta quindi di componenti logiche della sostanza perché se ne possa dare una definizione. Fatta questa distinzione logica, Aristotele si accorge anche che la materia è potenza: essa può ricevere o non ricevere una determinata forma (ma certamente non può ricevere qualsiasi forma). Quando la materia è passata ad una determinata forma si dice che è passata all’atto. Mutamento allora è attuazione di ciò che è potenziale. È in questo modo che Aristotele spiega il divenire non come un passaggio dal non essere all’essere bensì dall’essere in un certo modo (in potenza) all’essere in un altro modo (in atto). E’ grazie a questi concetti che egli sviluppa la problematica del perché delle cose: se Platone aveva riconosciuto nelle idee, ossia oggetti puramente intelligibili, la causa delle cose, Aristotele si accorge che esse sono inutili duplicati della realtà che creano dei problemi anche a livello logica.
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Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filosofia antica
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