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Aristotele. Sostanze incorruttibili e motore immobile, la divinità


Il moto circolare secondo  non ha contrari ed è tale quindi che il suo inizio coincida con la sua fine e viceversa: esso è proprio delle sostanze incorruttibili ossia dei corpi celesti. Non avendo la stessa composizione del mondo allora A. introduce una quinta essenza o sostanza incorruttibile, ossia l’etere. Ma anche se il mondo è eterno lo spazio è circoscritto altrimenti non potrebbe esserci un centro ( né tantomeno i mondi possono essere molteplici o infiniti). Il carattere finito dell’universo è il contrassegno della sua perfezione: se anche ci fosse un altro mondo uguale al nostro, per la legge del luogo naturale esso tenderebbe cmq a ricongiungersi con il nostro. A questo punto però deve motivare l’eterno movimento dei corpi celesti: questo movimento richiede una causa: è il primo motore immobile, identificato dal filosofo con la divinità (T 74).

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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Aristotele