Ruolodel professionista nella composizione negoziale della crisi d’impresa
Ruolo del professionista nella composizione negoziale della crisi d’impresa
Con la Riforma della Legge Fallimentare sono state previste delle attestazioni, delle perizie, nella composizione negoziale della crisi d’impresa.IL PROFESSIONISTA E LA LEGGE FALLIMENTARE:
Modifiche alla L.F. 16/03/1942 n.67 che ora prevedono la redazione di attestazioni e relazioni a cura di professionista, queste sono contributi giuridico-aziendali del professionista nella composizione delle situazioni di crisi di impresa.
Si trattano gli art.67 co.2 lett.2 e art.161 (ma vedasi anche art.160, 182 bis e 124 L.F.)
REQUISITI:
Il professionista deve essere iscritto nei Revisori Contabili e appartenere all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Avvocati. Art.28 lett. a e b L.F.
La legge non indica i contenuti che devono caratterizzare le relazioni di corredo agli strumenti di compensazione della crisi d’impresa, ma è il professionista che, caso per caso, deve dare un contributo.
ATTESTAZIONE – ART.67 L.F.:
Sono esentati dall’azione revocatoria fallimentare le vendite e i pagamenti posti in esecuzione di un piano che appaia idoneo a consentire il risanamento dell’esposizione debitoria e assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria.
La ragionevolezza è attestata dal professionista ex ante.
Se l’imprenditore è in crisi e non è in grado di pagare i creditori, sottopone i creditori ad un piano di risanamento del credito, e questo piano è attestato da un professionista, i pagamenti effettuati non sono più revocabili. Il creditore è così tutelato.
Ragionevolezza e capacità delle fonti finanziarie previste dal piano ad assorbire l’esposizione debitoria. Giudizio sulla coerenza e sostenibilità del piano e sulle modalità attuative.
ESPOSIZIONE DEL CASO
Si tratta di un piano stragiudiziale, ovvero non c’è il giudice, ma viene fatto tra soci e creditori, al fine di reintegrare la situazione finanziaria per far fronte ai debiti.
Per valutare la crisi, oltre a conoscere le caratteristiche della società, bisogna conoscere le caratteristiche del settore, che portano alla crisi.
Se le ragioni della crisi sono irrevocabili, il professionista non approverà mai il piano.
Quindi è importante individuare le ragioni della crisi che possono essere sia variabili endogene (esterne) che variabili esogene (interne).
È importante che il professionista confronti il piano industriale e finanziario, con lo SP. Questo serve per vedere se c’è equilibrio patrimoniale e si guarda il CE per vedere se c’è equilibrio economico.
La ragionevolezza non si basa solo su valori economico-aziendali.
Il professionista deve valutare se il piano di risanamento è accettabile sotto tutti i punti di vista, al fine di poterlo approvare, indicando anche le ragioni, le motivazioni, che l’hanno portato a quel giudizio.
ITER
Il professionista
- il professionista ha avuto l’incarico
- valuta com’è strutturata l’azienda
- valuta un piano che è al servizio del risanamento di un debito
Nell’osservazione del piano finanziario, l’impresa grazie al professionista, cerca di stabilire nuovi accordi con gli istituti di credito, solo se questi aderiscono al piano, il piano è accettabile.
La nomina del professionista non può arrivare da un giudice fallimentare, ma avviene da un accordo tra imprenditore, che propone il progetto, e il ceto creditorio.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Tecnica professionale
- Docente: Dalla Sega Franco
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