Fase di exit meeting nell'attività di internal audit
Se va bene l’exit meeting va bene tutto, e alcuni difetti del report potrebbero non influenzare in modo negativo l’audit. Nell’exit meeting è possibile che in questa fase qualcosa deve ancora essere risolto.
Nell’exit meeting ci sono due tipologie di comunicazione verbale (metodo visivo, uditivo, cinestesico), paraverbale e non verbale; mentre la comunicazione del report è asettica, è una comunicazione scritta dove spesso il contenuto lo da la mappa di chi legge.
La fase di reporting è la fase terminale di un progetto di internal audit. Il progetto di internal audit potrebbe essere paragonato in termini accademici ad un corso più l’esame, dove la fase di report corrisponde all’esame. Mentre il piano d’internal audit è il piano di studi.
Il REPORTING non è solo l’ultima parte del progetto di internal audit, ma l’internal auditor nella sua attività ha comunque un dovere di riportare nei confronti dei suoi referenti, ad esempio al Comitato per il Controllo Interno. Non gli viene dato solo un report di internal audit ma anche l’elenco delle criticità significative o lo stato avanzamento delle operazioni concordate. Inoltre deve comunicare immediatamente quelle criticità improvvise e considerate gravi. L’auditor deve avere la possibilità di riportare questi riassuntini. L’auditor può avere qualche limitazione al suo mandato e questo deve essere comunicato al Comitato per il Controllo Interno che o rivede l’audit charter oppure rivedere qualcosa.
STANDARD IA : FAMIGLIA 2400: COMUNICAZIONE DEI RISULTATI
2410 – CRITERI PER LA COMUNICAZIONE
2420 – QUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE
2430 – SEGNALAZIONE NON CONFORMITÀ
2440 – DIVULGAZIONE RISULTATI
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Tecnica professionale - corso progredito
- Docente: Logozzo Maurizio
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