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La grande contrazione

A differenza dell’Europa, gli US sono passati da paese debitore a paese creditore netto ed aveva strappato ai produttori europei nuovi mercati sia in patria che all’estero e godevano di una bilancia commerciale favorevole. Nell’estate del 1928, le banche e gli investitori americani cominciarono a limitare gli acquisti dei titoli tedeschi e di altri paesi per investire i propri fondi sul mercato azionario di NY; verso la fine del 1929, l’Europa stava già avvertendo la tensione provocata dalla cessazione degli investimenti americani all’estero e persino l’economia americana aveva smesso di crescere, Il 24 ottobre 1929 (giovedì nero), un’ondata di vendite per panico nel mercato azionario, fece crollare i prezzi dei titoli e cancellò mln di dollari esistenti solo sulla carta.
Gli americani che avevano investito in Europa, bloccarono ogni ulteriore investimento e vendettero quanto era in loro possesso per riportare in patria i capitali. Il ritiro dei capitoli dall’Europa continuò per tutto il 1930, sottoponendo l’intero sistema finanziario a tensioni insopportabili. Il crollo del mercato azionario non fu la causa della depressione ma fu un chiaro segnale che la depressione era in atto. Nonostante gli europei fossero d’accordo sul porre fine alle riparazioni, e con essa i debiti di guerra, l’accordo non fu mai ratificato per l’insistenza degli US; le riparazioni e i debiti di guerra caddero nel dimenticatoio quando Hitler nel 1933 pose fine alla “schiavitù degli interessi”.
Roosvelt assunse la carica nel momento peggiore della depressione ed uno dei suoi primi atti ufficiali fu quello di disporre una chiusura della banca di 8 giorni per permettere al sistema bancario di riorganizzarsi e decise l’abbandono da parte degli US del gold standard: nella conferenza di Londra egli dichiarò che la prima responsabilità del governo americano era di riportare il paese alla prosperità e che non avrebbe potuto sottoscrivere accordi internazionali che potessero interferire con questo compito.


Tentativi diversi di contrazione

Quando Roosvelt entrò in carica come presidente degli US, la nazione era in preda alla peggior crisi dell’epoca della guerra civile. Con oltre 15 mln di disoccupati, l’industria era praticamente ferma, mentre il sistema bancario era sull’orlo del collasso totale. Nei suoi discorsi elettorali Roosvelt aveva invocato un “New Deal” per l’America, in cui vi erano leggi di risanamento economico e di riforma sociale nei settori: agricolo, bancario, monetario, del mercato dei titoli ed in ogni altro aspetto dell’economia e della società americana (la legge più caratteristica fu il National Industrial Recovery Act).
La nazione dell’Occidente aveva avuto luogo nella sua regione più ricca; la cosa più spaventosa era stata la perdita di 1,5 mln di francesi uccisi e quindi non sorprende la pretesa della Francia che la Germania pagasse la guerra. Facendo assegnamento sulle riparazioni tedesche il governo intraprese immediatamente un esteso programma di ricostruzione materiale delle aree danneggiate ma quando le riparazioni non si concretizzarono nella cifra prevista, i metodi approssimativi impiegati per finanziare la ricostruzione imposero il loro pedaggio. Nel 1936 3 partiti politici di sinistra, comunisti, socialisti e radicali, si coalizzarono nel Fronte popolare e vinsero le elezioni di quell’anno dando vita ad un governo guidato da Lèon Blum che nazionalizzò la Banca di Francia e le ferrovie ed emanò una serie di provvedimenti di riforma in materia di lavoro. In Italia Benito Mussolini fu insediato nel 1922 con mezzi legali: il fascismo glorificava l’uso della forza, vedeva nella guerra la più nobile delle attività umane, denunciava il liberalismo, la democrazia, il socialismo e l’individualismo. Mussolini inventò lo stato corporativo in cui gli interessi sia dei proprietari che dei lavoratori erano subordinati a quelli più elevati dell’intera società, rappresentato dallo Stato. Per conseguire questo risultato tutte le industrie del paese erano organizzate in 12 “corporazioni” che avevano il compito di determinare i prezzi, i salari e le condizioni di lavoro.
Con il fascismo tutti i sindacati esistenti precedentemente furono soppressi e nonostante le 3 grandi opere pubbliche e programmi di riarmo, l’Italia soffrì duramente la depressione.
Nel combattere la depressione, la Germania nazista arrivò al punto di avere più posti di lavoro che lavoratori da occupare. Questo risultato fu conseguito principalmente con un grandioso programma di opere pubbliche che si fuse gradualmente con un programma di riarmo; la Germania realizzò il primo sistema autostradale moderno e rafforzò ed estese enormemente le proprie industrie. Uno dei principali obiettivi economici nazisti era rendere autosufficiente l’economia tedesca nell’eventualità di una guerra; essi ricordavano gli effetti paralizzanti del blocco alleato nella prima guerra mondiale e desideravano essere immuni da simili difficoltà nel futuro. La Spagna, sfuggita al coinvolgimento nella prima guerra mondiale, evitò molti dei problemi che assillavano gli altri paesi europei. Durante la dittatura di Miguel primo de Rivera, l’economia spagnola beneficiò della prosperità dell’epoca, ma la depressione che seguì fu uno dei fattori della caduta della monarchia e dell’istituzione della seconda repubblica nel 1931. Nel 1936 il generale Francesco Franco diede inizio ad una sanguinosa e distruttiva guerra civile.

Tratto da STORIA ECONOMICA di Marco D'Andrea
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