Conseguenze economiche della prima guerra mondiale e della pace
La guerra del 1914-1918 fu nota come Grande Guerra e la sua distruttività superò quella di qualunque altro avvenimento della storia: 10 mln di militari uccisi e 20 mln di feriti gravi, tra i civili altri 30 mln di morti, di cui 20 per carestie ed epidemie. La stima del costo monetario diretto della guerra oscillava tra i 180 e 230 mld di dollari, gran parte dei danni furono subiti dalla Francia settentrionale, dal Belgio, dall’Italia nordorientale, e dall’Europa orientale (dove crollò la produzione agricola che portò intere regioni alla morta causa fame). Ancor più nocive furono l’interruzione e la disorganizzazione delle normali relazioni economiche; fino al 1914 l’economia aveva funzionato liberamente ed in modo efficiente mentre durante la guerra i governi di ciascuno stato belligerante, imposero controlli diretti su: prezzi, produzione e distribuzione della forza lavoro. Prima della guerra GB, Germania, Francia e US erano i migliori clienti e fornitori reciproci: successivamente gli scambi tra Germania, Francia e US si interruppero subito mentre gli US tentarono di mantenere buoni i rapporti, ma questo non avvenne causa le azioni intraprese da GB e Germania. La prima, forte del suo dominio di mari, impose un blocco dei porti tedeschi e a volte perseguitava il naviglio neutrale confiscandone il carico: ciò provocò attriti con gli US, che furono controbilanciati dai provvedimenti presi dai tedeschi, che incapaci di attaccare la flotta britannica, fecero ricorso ai sommergibili, per arrestare l’afflusso in GB di rifornimenti provenienti dall’estero.
Nel 1915 l’affondamento, sulle coste irlandesi, del transatlantico britannico Lusitania, oltre ai 1000 morti, provocò una protesta statunitense, e la Germania diede vita 2 anni dopo ad una guerra marina. Questo fu uno dei principali motivi dell’entrata in guerra dell’America.
Con la guerra, la GB, fu costretta a dirottare le risorse dagli impieghi normali alla produzione bellica e di conseguenza molti paesi d’oltreoceano, decisero di fabbricare in proprio o acquistare da altri paesi europei, le merci che in precedenza avevano acquistato in Europa, così che US e altri paesi, per rispondere all’aumento della domanda di generi alimentari, crearono sovrapproduzione con il conseguente crollo dei prezzi. Un’altra grave perdita fu quella dei profitti derivanti dagli investimenti esteri, in cui il valore degli investimenti britannici diminuirono del 15% e quelli francesi di oltre il 50%, quelli tedeschi furono confiscati durante la guerra e liquidati a titolo di riparazioni mentre gli US da paese debitore netto si trasformarono in creditore netto in conseguenza del rapido aumento dell’eccedenza delle esportazioni e degli ingenti prestiti concessi agli alleati.
Dai trattati di pace emersero 2 grandi categorie di difficoltà economiche: la crescita del nazionalismo economico e i problemi monetari e finanziari. Il più importante trattato fu quello di Versailles con la Germania e i problemi monetari e finanziari. Il più importante trattato fu quello di Versailles con la Germania in cui si restituiva l’Alsazia e la Lorena alla Francia e cedeva gran parte della Prussia occidentale e una parte della regione mineraria dell’Alta Slesia alla ricreata Polonia. Inoltre la Germania dovette cedere la marina da guerra, grosse quantità di armi e munizioni, la flotta mercantile, locomotive, autocarri a motore ed altre merci e dovette accettare limitazioni alle proprie forze armate.
Lo smembramento dell’impero austro-ungarico provocò la nascita dell’Austria e dell’Ungheria e 2 nuovi altri stati: Polonia e Cecoslovacchia. L’Italia ottenne dall’Austria, Trieste, il Trentino e la regione tedesca Sud Tirolo. Il nazionalismo economico non era prerogativa dei soli stati nati dallo smembramento degli imperi: durante la guerra civile, la Russia scomparve e quando riemerse sotto li regime sovietico, le sue relazioni economiche furono ricondotte in modo che lo Stato acquistava e vendeva solo ciò che riteneva necessario o vantaggioso a livello internazionale.
I disordini monetari e finanziari provocati dalla guerra e aggravati dai trattati di pace condussero col tempo ad un completo collasso dell’economia internazionale: gli alleati si aspettavano che i debiti sarebbero stati cancellati alla fine della guerra compresi quegli degli US, ma questi ultimi vedevano nei prestiti un’iniziativa commerciale così che insistettero sulla restituzione totale del capitale. A tal punto si riaffacciò la questione delle riparazioni in cui Francia e GB pretesero che la Germania pagasse non solo i danni arrecati ai civili, ma l’intero costo sopportato dai governi alleati per la prosecuzione della guerra.
Prima che il trattato di pace fosse firmato, i tedeschi avevano cominciato a pagare il debito e nell’aprile del 1921, la commissione per le riparazioni, informò i tedeschi che il totale era di 132 mld di marchi oro; un anno dopo, il marco tedesco iniziò a crollare in maniera disastrosa data la forte pressione dei pagamenti in conto riparazioni e la Germania sospese tutti i pagamenti. Nel 1923 truppe francesi e belghe, occuparono la Ruhr, assunsero il controllo delle miniere di carbone; il governo stampò quantità enorme di contante per indennizzare gli operai e i datori di lavoro della Ruhr, mettendo in moto un’ondata di inflazione incontrollata a tal punto di mettere in crisi l’economia internazionale. Successivamente furono concessi dei prestiti (Prestito Dawes) dagli US alla Germania, per poter riprendere il pagamento delle riparazioni e di tornare al Gold Standard che fu abbandonato in seguito all’inflazione. In Gran Bretagna i problemi economici assunsero dimensioni inquietanti in cui l’unica soluzione per la disoccupazione fu il sussidio e la politica economica del governo consistette in una drastica riduzione delle spese.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco D'Andrea
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- Facoltà: Economia
- Corso: Economia e Finanza
- Esame: Storia Economica
- Docente: F. Mastrolia
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