L’economia mondiale nel XX secolo
Popolazione
Nel 19° secolo la popolazione europea era più che raddoppiata, mentre la popolazione mondiale era cresciuta del 20%. L’anno dopo, invece,l a crescita demografica europea rallentò, mentre quella del resto del mondo crebbe in misura esponenziale. La causa di tale incremento è stata la diminuzione della mortalità, soprattutto nei paesi non occidentali; verso la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 si ebbe una transizione demografica da un regime di alti tassi di natalità e mortalità ad uno avente questi tassi molto inferiori rispetto al primo. Grazie alla diffusione della tecnologia nei campi dell’igiene e della sanità pubblica e dell’assistenza medica, nei paesi del Terzo Mondo i tassi di mortalità scesero in modo vertiginoso: uno dei fattori che ha contributo al calo della mortalità fu il declino della mortalità infantile e l’incremento della durata media della vita misurata con la “speranza di vita alla nascita”.
Nei paesi più industrializzati le città sono centro di ricchezza oltre che di cultura, in quanto la produttività e i redditi sono più elevati nelle attività urbane che in quelle rurali; mentre nei paesi del terzo mondo, una buona parte degli abitanti urbani è costituita da immigrati disoccupati o disoccupati provenienti dalle campagne che vivono nelle baraccopoli ai margini dei centri urbani.
La crescita delle città fu determinata in primo luogo dall’emigrazione interna (con la popolazione delle aree rurali che si spostava nelle città per trovare lavoro) e dall’emigrazione internazionale per scappare da guerre, rivoluzioni e oppressione politica.
Nel 29° secolo l’Europa aveva fornito la parte più consistente dell’emigrazione internazionale, mentre oggi l’Europa occidentale è un esilio per i rifugiati politici e per i poveri del Nord Africa e di parte del Medio Oriente. Il processo ebbe inizio sulla scia della rivoluzione russa del 1917 quando molto sudditi dello zar scelsero di rimanere in Occidente piuttosto che rimanere in patria sotto il regime sovietico. La Germania occidentale dovette sopportare l’impatto maggiore dell’afflusso di profughi; un’altra corrente migratoria fu quella che coinvolse gli ebrei europei.
Risorse
La crescita demografica del 20° secolo provocò una pressione senza precedenti sulle risorse mondiali: nonostante il verificarsi di occasionali temporanee carenze di alcune merci, l’economia mondiale ha risposto ai bisogni in modo positivo grazie alla crescente interazione dell’economia con scienza e tecnologia. Lo sviluppo più importante del XX secolo è stato il cambiamento nelle natura e nelle fonti dell’energia primaria: nel 19° secolo il carbone era divenuto la principale fonte di energia nei paesi in via di industrializzazione, soppiantando in gran parte il legno, il carbone, il vento e l’acqua. Nel 20° secolo il carbone è stato sostituito da nuove fonti energetiche, in particolare dal petrolio e dal gas naturale. Il petrolio ben presto divenne importante ed acquisì un grande significato geopolitica: l’Europa nonostante la sua abbondanza di carbone, possiede riserve di petrolio inferiori a quelle degli altri continenti.
Tecnologia
Lo strumento fondamentale per manipolare l’ambiente ed adattarlo alle esigenze della società era la tecnologia fondata sulla scienza moderna, dove il rapido cambiamento sociale era dato dall’accelerazione del progresso scientifico e tecnologico. Per quanto riguarda i trasporti, furono inventate le locomotive a vapore, macchine, aerei e razzi spaziali; mentre per quanto riguarda le comunicazioni vi è l’invenzione del telefono, della radio e della televisione. Uno dei requisiti del progresso scientifico e tecnico è la presenza di un’adeguata riserva di forza lavoro, istruita (o brainpower): nei paesi europei all’inizio del 20° secolo c’era basso livello di analfabetismo mentre nei paesi sottosviluppati gli individui di talento ritenevano vantano il coraggioso farsi un’istruzione e cercare impiego nei paesi sviluppati (fuga di cervelli). In agricoltura i paesi occidentali hanno ottenuto una enorme crescita della produttività attraverso tecniche scientifiche e di fertilizzazione; inoltre c’è stato un forte aumento della produzione energetica e l’energia elettrica è molto più pulita ed efficiente di altre forme di energia e può essere trasmessa per centinaia di miglia a costi ridotti.
Istituzioni
I cambiamenti istituzionali sono innumerevoli e comprendono i mutamenti nelle relazioni internazioni,; nelle istituzioni nazionali e all’interno di singoli paesi, quali il ruolo dello stato, la natura e la dimensione dell’impresa e il ruolo dell’istruzione.
Relazioni internazionali
L’economia mondiale fino al 1914 fu dominata dall’Europa e dagli US che avevano il controllo di altrà metà della produzione e del commercio internazionali. La prima guerra mondiale e le rivoluzioni russe del 1917 alterarono questa struttura: scomparve la Russia Zarista (sostituita dall’Unione Sovietica) e l’impero asburgico e pian piano l’Europa vide diminuire la suo quota del commercio a favore degli US, dei britannici e dal Giappone (la nuova potenza economica).
La seconda Guerra mondiale portò una radicale riorganizzazione delle relazioni internazionali, con importanti conseguenze economiche: l’Europa perse la sua egemonia politica ed economica e ci fu la rivalità tra le 2 nuove superpotenze US e Unione Sovietica. Le varie colonie dell’Asia sudorientale occupate dal Giappone durante la guerra, guadagnarono ben presto l’indipendenza. La GB acconsentì la creazione di 2 paesi: l’Unione Indiana e il Pakistan. Il Giappone, devastato dai bombardamenti americani, dovette subire 5 anni di occupazione militare americana che lo trasformò in paese democratico e nel giro di pochi anni divenne la seconda economia mondiale.
Il ruolo del potere pubblico
Un altro dei cambiamenti fondamentali che coinvolse tutte le nazioni nel 20° secolo fu la crescita del potere pubblico sull’economia. Nel 19° secolo i governi limitarono la loro partecipazione dello Stato, nel 20° secolo deve in parte essere messa in relazione con le necessità finanziarie delle 2 guerre e con le considerazioni di difesa nazionale. In Unione Sovietica, lo Stato si assumeva la responsabilità totale dell’economia attraverso un sistema globale di pianificazione economica e di controllo. Nel periodo tra le 2 guerre, tutti i governi tentarono (con scarso successo) di perseguire politiche di risanamento e stabilizzazione dell’economia Dopo la seconda guerra mondiale i tentativi incorporavano qualche forma di pianificazione economica, ed è per questo motivo che i paesi dell’Europa occidentale venivano definiti “economie miste”. Negli anni 80 del 19° secolo, il cancelliere tedesco Bismarck, introdusse l’assicurazione obbligatoria dei lavoratori contro le malattie e gli infortuni ed un sistema pensionistico limitato per gli anziani e i disabili. Dopo la seconda guerra mondiale, sotto forti pressioni politiche, molti governi democratici estesero i rispettivi sistemi di sicurezza sociale e gli altri trasferimenti, per questo vennero chiamati “welfare state” (stati assistenziali).
Forme di imprese
La società a responsabilità limitata dalle azioni (società di capitali), era un’entità ben radicata nei paesi industriali avanzati all’inizio del 20° secolo, ma era usata per le industrie di grandi dimensioni ed alta concentrazione di capitale. Nelle altre attività come il commercio all’ingrosso e al dettaglio, la produzione artigianale e l’agricoltura prevaleva l’impresa familiare. La tendenza di lungo termine favoriva però la diffusione delle forme d’impresa della società per azioni in ambiti di attività sempre più ampi e grandi imprese multiunitarie dominarono la vendita al dettaglio in industrie eterogenee. Uno sviluppo correlato, fu la comparsa di società conglomerate, grandi società finalizzate alla produzione e alle vendite di centinaia di prodotti.
Organizzazioni sindacali
All’inizio del 20° secolo il diritto dei lavoratori di organizzarsi e contrarre collettivamente era riconosciuto nella maggior parte dei paesi occidentali, ed in alcuni di essi, le organizzazioni di lavoratori detenevano un potere considerevole nel mercato del lavoro, anche se queste organizzazioni erano una minoranza della fase lavoro complessiva. Gli anni compresi tra le due guerre registrarono una crescita di iscrizioni ai sindacati nei paesi industriali ed una diffusione delle organizzazioni sindacali in altri paesi meno sviluppati.
Istituzioni informali
Accanto alla prolificazione di istituzioni formali istituite per legge nei singoli paesi o create da trattati internazionali a livello sopranazionale, il 20° secolo ha assistato all’affermazione di una varietà crescente di istituzioni informali.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco D'Andrea
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- Facoltà: Economia
- Corso: Economia e Finanza
- Esame: Storia Economica
- Docente: F. Mastrolia
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