Relaborazione di appunti presi a lezione e testi di riferimento "Dagli accordi di Bretton Woods all'euro" Prof. Giuseppe Mauro, a.a. 2009/10, corso di laurea : Servizi Giuridici per l'impresa
Politica Economica
di Alessandro Remigio
Relaborazione di appunti presi a lezione e testi di riferimento "Dagli accordi di
Bretton Woods all'euro" Prof. Giuseppe Mauro, a.a. 2009/10, corso di laurea :
Servizi Giuridici per l'impresa
Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di
Chieti e Pescara
Facoltà: Economia
Docente: Prof. Giuseppe Mauro1. Il processo di aggiustamento nel sistema aureo
David Hume formulò un meccanismo automatico di aggiustamento monetario chiamato flow price
mechanism, basato sulla flessibilità dei prezzi e dei salari, che mira a dimostrare che l’accrescimento
dell’oro e la conseguente espansione dell’offerta di moneta da parte di un paese comportano un
deprezzamento della moneta in termini di merci. Un aumento dei prezzi interni rende meno competitive le
esportazioni del paese eccedentario, mentre nel paese deficitario la caduta dei prezzi a seguito di perdita
d’oro e riduzione dell’offerta di moneta stimola le sue esportazioni riportando in equilibrio la bilancia dei
pagamenti. In pratica, mediante il processo di riallocazione delle risorse tra i due paese, la nazione in surplus
subirà una crescita delle importazioni rispetto alle esportazioni, mentre quella in deficit subirà il processo
contrario.
Il commercio internazionale deve servire a portar fuori del paese quella eccedenza della produzione della
loro terra e del loro lavoro, per la quale non vi è alcuna domanda nel paese ed in cambio riporta qualche
altra cosa che è domandata. Il commercio internazionale incoraggia i paesi a migliorare le proprie capacità
produttive ed aumentare al massimo la propria produzione annuale e quindi accrescere il reddito e la
ricchezza reali della società.
Ricardo ritiene che in un sistema di perfetta libertà di commercio ogni paese rivolge naturalmente il capitale
e il lavoro agli impieghi che gli sono maggiormente vantaggiosi. Ricardo, attraverso la legge della
distribuzione dei metalli preziosi e sulla base della teoria quantitativa della moneta, dimostra che
l’incremento della quantità di oro si riflette aumentandolo sul prezzo delle merci in quanto si contrae il
valore del metallo in rapporto alle altre merci. Anche se comunque nell’ambito della teoria del commercio
internazionale ciò non può durare perché il meccanismo dei prezzi tende a modificare il saldo della bilancia
e quindi i flussi d’oro.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 2. Il funzionamento del sistema
Il sistema monetario fino al 1914 era basato sul gold standard. Le regole di questo sistema sono:
• Fissazione da parte dell’autorità di 1 parità aurea, l’equivalente in oro della moneta nazionale
• Libera circolazione dell’oro. I tassi di cambio sono considerati fissi perchè possono oscillare entro i limiti
determinati sopra o sotto la parità monetaria dei punti dell’oro rappresentati dai costi sostenuti per la
spedizione dell’oro. La convenienza a regolare la transazione con moneta finanziaria cessa quando lo
scostamento è tale da superare i punti dell’oro.
• Gli effetti che i movimenti dell’oro producono sull’offerta interna di moneta. Il processo di aggiustamento
è favorito dalle politiche di tasso ufficiale di sconto e dalle operazioni sul mercato aperto poste in essere
dalla banca centrale. Il paese deficitario può accelerare il meccanismo di riequilibrio aumentando i tassi di
interesse ed adottando politiche creditizie restrittive. Ciò stimola la spinta verso il basso dei prezzi e dei
costi nonché di richiamare capitali dei paesi eccedentari ai paesi deficitari.
La bilancia commerciale di un paese si può ritenere legata da una relazione inversa con il livello generale
dei prezzi interni, tale che, un deflusso di oro comporta una diminuzione dell’offerta interna di moneta, una
diminuzione dei prezzi interni ed un miglioramento della bilancia dei pagamenti. Analogamente un aumento
dei prezzi interni genera un peggioramento della bilancia commerciale ed il deflusso dell’oro con l’effetto di
ridurre l’offerta interna.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 3. Il regime dei cambi fissi ma modificabili
Gli accordi di Bretton Woods stabiliscono che l’oro è il comune denominatore del sistema ed il dollaro USA
è l’unica moneta con un effettivo collegamento con l’oro. Il dollaro ha una duplice funzione: strumento di
riserva e mezzo di regolamento internazionale.
I paesi devono mantenere i tassi di cambio entro una banda di oscillazione dell’1% al di sopra o al di sotto
della parità.
L’intervento della banca centrale diretto al mantenimento del tasso di cambio entro i margini stabiliti in via
ufficiale implica una variazione del livello delle riserve internazionali:
• In aumento: se lo squilibrio si a dovuto ad i eccesso di offerta sulla domanda di valuta
• In diminuzione: se lo squilibrio sia dovuto ad un eccesso di domanda sull’offerta.
In entrambe i casi, in caso di deficit, le riserve non possono aumentare in misura illimitata, in quanto il
deficit può essere finanziato solo in via temporanea.
L’art. 4 sez. 5 prevede la possibilità di modificare la parità della moneta del paese che ne fa richiesta, purché
la sua bilancia dei pagamenti si trovi in uno stato di squilibrio fondamentale.
Le banche centrali hanno la facoltà di variare il tasso di cambio per correggere una perturbazione di carattere
strutturale della bilancia: il gold exchange standard ha caratteri sostanzialmente diversi rispetto al regime dei
tassi fissati rigidamente.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 4. L’accordo di Bretton Woods: aspetti generali
L’accordo di Bretton Woods nasce sulla base dell’esigenza di costituire un sistema fondato sulla
collaborazione tra gli Stati e sullo sviluppo degli scambi commerciali su base multilaterale nonché sulla
stabilità dei tassi di cambio e sulla disponibilità di risorse finanziarie a favore dei paesi con deficit della
bilancia dei pagamenti. L’accordo è basato sul confronto di due programmi: quello di Keynes e quello di
White.
Keynes sosteneva la costruzione di una stanza di compensazione internazionale all’interno della quale i
paesi membri avrebbero partecipato con quote rapportate al volume del loro commercio internazionale.
Compensazione che avveniva per mezzo di una moneta di conto denominata bancor che serviva a regolare i
rapporti di credito e debito tra banche centrali. La nuova unità di riserva doveva basarsi sull’oro per evitare
livelli eccessivi di indebitamento o accumulazioni eccessive di riserve dietro corresponsione di interessi
mutuari o creditori. L’intendimento di Keynes è quello di istaurare un meccanismo di funzionamento della
bilancia dei pagamenti il fondo era abilitato a dichiarare la scarsità della valuta e ad introdurre misure
restrittive in ordine alle esportazioni del paese e a procedere alla rivalutazione della sua moneta.
Altri due aspetti della teoria di Keynes riguardano la dimensione dei crediti del fondo e la distribuzione del
diritto di voto ai vari paesi in relazione al volume del commercio estero.
White sosteneva un progetto che aveva come aspetto centrale una serie di proposte di costituzione di un
fondo di stabilizzazione internazionale dietro versamento di quote in oro da parte dei partecipanti, inoltre il
dollaro divenne sempre la principale moneta di riserva e divenne sempre più usato per le operazioni
commerciali. Divenne quindi la moneta di scambio e gli USA assurgono al luogo di banchiere
internazionale.
L’ordine di Bretton Woods poggia sulla posizione dominante degli Stati Uniti.
L’economia dominante assume le caratteristiche di centro autonomo in cui ogni variazione nelle sue
principali grandezze economiche è dovuta a situazioni che si determinano all’interno dell’economia, mentre
i partners commerciali sono ad esso legati da un rapporto di dipendenza e subiscono gli effetti del
comportamento e dell’andamento congiunturale.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 5. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI)
Il FMI ha il compito di preservare la stabilità del sistema monetario internazionale nella forma di regole di
condotta volte al mantenimento di equilibrate relazioni valutarie. Esso concede i mezzi creditizi necessari al
superamento dello squilibrio assicurando la possibilità di mantenere i rapporti di cambio entro i margini
prefissati. Inoltre è una istituzione finanziaria a carattere cooperativo con finalità di stabilizzazione.
Le risorse finanziarie del fondo sono fondi forniti dai paesi partecipanti (quote), che variano in base a vari
parametri di paese in paese.
Le quote svolgono due funzioni: determinano il potere di voto all’interno degli organi del fondo e
costituiscono la base di calcolo per acquisire i mezzi finanziari. Per quanto riguarda i voti, ogni paese ha una
quota fissa di 259 voti, la revisione poi avverrà ad intervalli non superiori a 5 anni sulla base dell’85% dei
voti.
Politiche di Finanziamento del fondo:
• Diritto di prelievo: paesi membri possono prendere a prestito dal Fondo un determinato multiplo della
quota posseduta. I prestiti sono suddivisi in 5 tranches: il primo prestito è chiamato gold tranches consiste
nel 25% del prestito che è garantito dalla quota d’oro versata; poi ci sono i credit tranches che hanno
condizioni più onerose perchè richiedono una giustificazione.
• Accordi di stand – by: che consistono dell’apertura del credito da parte del fondo verso quei paesi che
prevedono di utilizzare la somma di valuta non nell’immediato ma per eventuali esigenze future e destinati a
sopportare programmi biennali. I programmi sono contenuti in 1 documento denominato lettera di intenti e
comprende tutte le misure di politica economica da porre in atto.
• Compensatory financing facility: hanno lo scopo di favorire i paesi produttori di materie prime con
difficoltà nella bilancia dei pagamenti causate da fluttuazioni dei prezzi internazionali dei beni. Lo squilibrio
deve essere causato da circostanze non controllabili. Attualmente i paesi possono prelevare fino al 100%
della propria quota. Ne usufruiscono i paesi in via di sviluppo.
• Oil facility: ha il compito di contribuire al finanziamento del deficit provocato dal forte aumento del
petrolio. Per i paesi importatori di petrolio il fondo poteva integrare le proprie disponibilità finanziarie con
quelle prese a prestito dai paesi in eccedenza valutaria. La concessione del prestito non è soggetta a
particolari condizioni restrittive, d i maggiori beneficiari sono l’Italia e la Germania.
• Accordi generali di prestito: hanno lo scopo di mettere a disposizione del fondo risorse aggiuntivela
utilizzare dai paesi partecipanti all’accordo in caso di difficoltà nella bilancia dei pagamenti. Prevedono
ulteriori facilitazioni creditizie quali il fondo fiduciario, facilitazioni finanziarie aggiuntive, extend fund
facility, servizio di credito per aggiustamenti strutturali, servizio integrativo del credito per aggiustamenti
strutturali, servizio di finanziamento delle riserve cuscinetto, servizio per il trasferimento del sistema.
• Special draining rights: sono diritti speciali di prelievo con lo scopo di aumentare la liquidità
internazionale. Sono linee di credito che non possono essere ripagate, sono fissati e distribuite in base ad un
accordo: drawings e sono assegnati proporzionalmente alle quote prescritte dai partecipanti del fondo.
I paesi in deficit possono utilizzare i propri diritti speciali di prelievo per acquistare valute di altri paesi ed i
paesi con bilancia dei pagamenti hanno l’obbligo di accettare in cambio fino ad un ammontare doppio
dell’assegnazione.
I diritti speciali di prelievo hanno un carattere non condizionato per il loro utilizzo e godono del requisito
dell’automaticità.
Dal 01/01/81 il numero di valute si è ridotto a 5 facenti capo ai maggiori paesi industrializzati, per rendere
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica stabile il loro valore. Dal 1982 il FMI è impegnato in una serie di rinegoziazioni con rinvii delle scadenze e
cancellazione dei debiti per dare una soluzione ai problemi del debito internazionale di molti paesi in via di
sviluppo. Le condizioni richieste per la rinegoziazione sono: la riduzione della spesa pubblica e il
rallentamento della crescita di offerta di moneta e degli aumenti salariali.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 6. Motivi di preferenza dei cambi fissi
• La rigidità dei tassi di cambio conduce ad una minore incertezza nelle transazioni con l’estero garantendo
agli operatori un basso coefficiente di rischio. Se i tassi variano in modo imprevisto implica un elevato
grado di incertezza in quanto gli operatori non conoscono con esattezza il prezzo che dovranno pagare o
ricevere.
• I tassi fissi impediscono il verificarsi di quel tipo di speculazione consentendo una più regolare
circolazione dei flussi internazionali di capitali.
• Un regime a tassi di cambio fissi tende a ridurre la dispersione dei tassi idi inflazione tra i diversi paesi
perchè non permette alle nazioni di avere livelli inflazionistici desiderati, diversi a livello internazionale.
Con cambi fissi un aumento dei prezzi comporta un deterioramento della bilancia dei pagamenti a causa
della perdita di competitività sul mercato internazionale. Poiché la bilancia del paese non può permanere in
una situazione di deficit per prolungati periodi di tempo, le autorità del paese con l’inflazione elevata
saranno costrette a mettere in moto un processo di riequilibrio mediante la contrattazione della domanda
aggregata che alla fine riporterà il tasso di inflazione sullo stesso livello degli altri. Nel lungo periodo
differenze nei tassi di inflazione sono da attribuire soltanto a variazioni dei prezzi relativi a cambiamenti
tecnologici, nei gusti e negli ostacoli al commercio.
• Assunzione del principio della stabilità dei cambi implica un processo di cooperazione internazionale e di
armonizzazione delle politiche economiche dei vari paesi.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 7. Cause del cambiamento a cambi flessibili
• Carattere espansivo delle politiche fiscali e monetarie degli USA e la crescita del processo inflazionistico
tra anni 60 e 70. Fino ad allora il regime dei tassi fissi consentiva a questo paese di trasmettere all’estero
gran parte degli impulsi inflazionistici interni costringendo gli altri paesi industriali a porre in essere
politiche espansive per evitare una eccessiva accumulazione di riserve valutarie. L’accentuazione della
spirale inflazionistica spingeva i paesi a risolvere il problema dell’aggiustamento attraverso la manovra del
tasso di cambio.
• Ritardi nella modificazione della parità in caso di squilibrio fondamentale cui va aggiunto lo sviluppo
notevole dei flussi speculativi di capitale i cui movimenti assumono caratteri talmente marcati generare
continue tensioni nei mercati dei cambi. Per cui la crescita del commercio internazionale e l’affermazione di
società multinazionali contribuiscono in misura determinante all’affermazione del fenomeno, incidendo
negativamente sul mantenimento di un sistema basato su parità fisse.
• Incapacità dei tassi di cambio fissi di regolare un’economia mondiale caratterizzata da sostanziali
differenze nelle preferenze inflazionistiche dei vari paesi e nei differenti ritmi di accrescimento della
produttività.
Argomentazioni a sostegno dei tassi flessibili:
• Ruolo stabilizzante della speculazione: gli speculatori hanno una conoscenza corretta delle tendenze del
mercato se ritengono che il cambio non sia al suo livello normale, per cui possono operare per spingere il
tasso di cambio verso l’equilibrio assecondando le tendenze in atto o riducendo il campo di variabilità
• Minor bisogno di riserve da parte delle autorità mondiali perché la banca centrale può scaricare
direttamente sul cambio l’onere dell’aggiustamento svalutando la propria moneta ed usando più
produttivamente le liquidità.
• Ciascun paese gode di una maggiore autonomia per le linee idi politica economica: con un tasso flessibile
le autorità monetarie non sono obbligate ad intervenire nel mercato con l’acquisto o la vendita di valuta
estera ogni volta che il cambio si discosta dai ristretti limiti imposti e non esiste alcun problema circa
l’opportunità o meno di sterilizzare gli effetti che si producono sulla base monetaria a causa delle variazioni
delle riserve.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 8. I risultati di Bretton Woods
Nel dopoguerra i paesi erano nell’impossibilità di ristabilire la convertibilità delle loro valute per
fronteggiare i pagamenti internazionali, per lo stato di grave crisi in cui versano le attività produttive.
Nel 1950 venne creata l’unione europea dei pagamenti con lo scopo di ripristinare la convertibilità delle
monete e di creare meccanismi di pagamento tra i paesi europei su basi multilaterali. I rapporti di debito e di
credito si compensano reciprocamente ogni mese creando un saldo netto nei confronti dell’EUP.
Ala fine del 1958 ci fu lo scioglimento dell’EUP in quanto i principali paesi dell’Europa sono in grado di
applicare gli accordi di Bretton Woods. L’UEP era un piano di aiuti degli USA per accelerare il processo di
ricostruzione economica dell’Europa. Era basato sul piano Marshall che fornisce aiuti tra gli 11.6 e 1.8
miliardi di dollari in forma di donazioni e prestiti.
Successivamente l’avanzo delle partite correnti si riduce mentre il continuo deflusso dei dollari verso il resto
del mondo per aiuti, spese militari, investimento e prestiti comporta la trasformazione del surplus dei conti
con l’estero in deficit. Il disavanzo viene accolto dalle banche centrali dal momento che la politica
economica degli USA costituisce una misura importante dell’attività economica mondiale ed un
significativo strumento di accrescimento della liquidità internazionale.
Tramite la creazione di moneta per l’economia mondiale si pongono le basi per una rapida crescita del
commercio internazionale e per espansione della produzione e del reddito da parte dei paesi esteri, per
raggiungere un equilibrio soddisfacente nel sistema dei pagamenti internazionali.
La liquidità internazionale è basata su tre attività: disponibilità auree, valute utilizzabili come riserve,
posizione presso il FMI. Le riserve d'oro dipendono dall’estrazione annua di nuovo oro, dall’offerta di oro
da parte dell’unione sovietica, e dalla domanda di oro per usi industriali.
La creazione di liquidità internazionale scaturisce dall’incremento delle riserve in dollari e quindi dal deficit
ella bilancia dei pagamenti USA.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 9. Il dollaro: dalla scarsità alla sovrabbondanza
L’immissione di dollari nel sistema ha effetti favorevoli sull’economia dei paesi europei e del Giappone. La
fiducia nel dollaro è generale e giustifica l’utilizzo come mezzo internazionale di scambio per effettuare
pagamenti come moneta principale di riserva. Tutto ciò cambia negli anni 60, in cui il dollaro viene
sopravvalutato fina alla crisi del 1971 e del 1973. Muta la qualità del disavanzo, la maggior parte dei saldi in
dollari scaturisce dal deficit dei movimenti di capitale privati, cioè dall’eccesso di deflusso di capitali degli
USA rispetto al flusso di entrata. Sono saldi che riguardano interventi diretti di società americane nei settori
produttivi esteri da attribuire alla spiccata preferenza delle imprese multinazionali di investire all’estero allo
scopo di estendere e consolidare la loro rete di attività.
Nel 1962 Kennedy introdusse una tassa di perequazione dei saggi di interesse concepita per colmare la
differenza che c’era tra saggi interni e saggi esterni da applicare sul deflusso dei capitali americani verso il
resto del mondo.
Negli anni 60 le riserve americane scendono a 15.5 miliardi di dollari, e l’impossibilità degli USA di
assicurare la convertibilità in oro dell’ingente quantità di dollari in circolazione con gravi rischi per il
sistema qualora paesi creditori avessero preteso di trasformare i surplus della bilancia moneta – merce.
Gli elementi della crisi del regime monetario di Bretton Woods sono:
• Carattere instabile del gold exchange standard, per cui il soddisfacimento del bisogno crescente di liquidità
internazionale richiede un movimento del deficit della bilancia dei pagamenti del paese a moneta di riserva a
livello mondiale. D’altra parte un continuo accrescimento delle passività degli USA può ridurre il tasso di
credibilità del dollaro e quindi provocare una crisi dell’ordine monetario internazionale.
• Possibilità per il paese a moneta di riserva di sottrarsi all’obbligo di disciplinare i propri conti con l’estero,
per cui il deficit è finanziato dai paesi in surplus mediante la disponibilità ad accettare pagherò americani a
breve in cambio di beni e servizi
• Politiche monetarie e creditizie adottate negli USA si ripercuotono sul resto del mondo suscitando
pressioni inflazionistiche o deflazionistiche a seconda della politica espansiva o restrittiva posta in essere.
A metà degli anni 70 ci fu un deterioramento della bilancia dei pagamenti USA causato da spinte
inflazionistiche all’interno dell’economia statunitense, comportando una minore competitività dei rapporti
commerciali con l’estero e minore competitività delle merci americane. Un’ulteriore causa fu il forte
aumento della produttività nei paesi industrializzati.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica 10. Alcune proposte di riforma del sistema monetario
Negli anni '70 furono presentate alcune proposte di riforma del sistema monetario, solo tre furono
analizzate:
• Liquidità internazionale: esigenza di armonizzare l’insieme dei mezz’idi pagamento internazionali con i
tassi di sviluppo del commercio e dell’economia mondiale
• Aggiustamento: evidenzia il carattere lento del processo di riequilibrio della bilancia dei pagamenti, quindi
i paesi eccedentari non hanno vincoli circa l’accumulo di riserve, per i paesi in deficit non si adottano misure
di riequilibrio.
• Capacità di esportare inflazione, quindi l’immissione eccessiva di dollari implica una serie di difficoltà per
il controllo di aggregati monetari, le politiche monetarie e fiscali espansive si riflettono sulle economie del
resto del mondo costringendole all’accumulo indesiderato di dollari e al surplus della bilancia dei
pagamenti. Si viene a creare quello che è chiamato il confidence problem, fatto di due problemi: la moneta
americana si colloca in una posizione dominante all’interno del sistema monetario e internazionale di
Bretton Woods; quando la bilancia dei pagamenti USA assume connotati di marcato deterioramento ed
accentuato accumulo di dollari.
Alessandro Remigio Sezione Appunti
Politica Economica