Il dollaro come standard monetario internazionale
Gli obiettivi della riforma sono racchiusi in 4 punti:
1) necessità di sottoporre a controllo internazionale la politica monetaria posta in essere dal paese in moneta di riserva al fine di evitare che la situazione monetaria degli stati possa trasmettersi sulle economie del terzo mondo.
Secondo Mundel il fatto che il sistema monetario internazionale sia basato sul dollaro standard deriva dalle funzioni esercitate dalla moneta americana in qualità di mezzo di scambio, unità di conto e moneta di riserva. Dal 1958 gli USA diventarono la fonte principale di creazione della liquidità internazionale, dando così al dollaro l’opportunità di essere lo standard monetario internazionale e quindi essere unità di conto mondiale per il computo dei prezzi e dei redditi, oltre ad essere lo standard mondiale per i pagamenti differiti.
2) ammontare del prezzo dell’oro è l’elemento essenziale per la riforma del sistema monetario internazionale: un aumento del prezzo dell’oro portava ad un aumento del valore monetario delle riserve auree, con il vantaggio di espandere gli scambi internazionali senza incorrere in crisi di liquidità. L’aumento del prezzo dell’oro spingeva le autorità monetarie a realizzare politiche creditizie interne di tipo espansivo con effetti positivi per la crescita interna e il raggiungimento della piena occupazione; portava ad una decumulazione delle scorte auree e ad un convenienza nell’estrarlo. Alcuni sostenitori dell’aumento del prezzo dell’oro vedevano come obiettivo quello di restaurare gli automatismi tipici del gold standard. Le argomentazioni a sostegno della tesi del ritorno dell’oro furono: prevenire abuso nel paese a moneta di riserva circa la possibilità di sottrarsi al riequilibrio della sua bilancia dei pagamenti; impedire che la speculazione internazionale possa alimentare il processo di svalutazione o rivalutazione delle monete; il gold standard consente una maggiore disciplina dello svolgimento delle relazioni economiche internazionali garantendo sia l’interno che l’esterno; l’oro ispira fiducia.
Le funzioni monetarie dell’oro si prestano a numerose obiezioni: costringe i paesi a subordinare le esigenze interne a quelle derivanti dalla bilancia dei pagamenti, comportando un restringimento della capacità d’azione dei paesi perché essendo obbligati a mantenere la convertibilità della propria moneta nello standard aereo debbono adottare una politica economica arbitraria con tale obiettivo; trarrebbero beneficio i produttori di oro; l’impiego di tali risorse reali per scopi sociali è dispendioso.
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Autore:
Alessandro Remigio
[Visita la sua tesi: "L'offerta fuori sede di strumenti finanziari"]
[Visita la sua tesi: "Valore delle merci e diritti di licenza"]
- Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
- Facoltà: Economia
- Docente: Prof. Giuseppe Mauro
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