Applicazione pratica per vedere come funzionano i vari metodi di ripartizione dei profitti
Parliamo di un gruppo che vende computer. Il computer è composto da hardwere.
La progettazione, la ricerca e sviluppo, pubblicità, marchio, management vengono svolti in USA con aliquota al 40%.
La produzione viene fatta in Cina. Con aliquota del 30%.
Il distributore è uno in:
- EU – 15%
- USA – 40%
- FAR EAST – 15%
Poi c’è un altro distributore che è localizzato in Italia e che raccoglie gli ordini dall’EU. Aliquota italiana 31,5%
Ipotizziamo che le vendite complessive siano 100 000 e i costi complessivi 60 000 = netto o utile ante imposte 40 000.
La risposta fiscale prevede che si allocherebbe nei paesi dove c’è l’aliquota al 15%.
Da un punto di vista economico deve essere allocata la maggior parte del profitto negli Stati Uniti perché sostiene i maggiori rischi imprenditoriali. È irrilevante dove viene prodotto, distribuito, il luogo in cui viene comperato. Quello che è importante è avere in mano un computer equo. L’analisi funzionale fa si che una volta che io costruisco il prezzo di trasferimento, devo tenere conto quali sono le funzioni svolte, e attribuire il margini di profitti alle società che hanno maggiori rischi imprenditoriali.
E’ possibile utilizzare il metodo del confronto del prezzo?
No perché la Apple ha una propria società di produzione, propri distributori. Se la società di distribuzione lavorasse anche per un’altra società si potrebbe applicare il metodo del confronto del prezzo. Se le funzioni le tiene tutte all’interno non si può applicare questo metodo.
E’ possibile utilizzare il metodo del profit split?
Se uso il metodo alternativo del profit split ripartisco l’utile ante imposte secondo certe chiavi e attribuisco una quota di profitto alle varie società. Ma concettualmente non è giusto, perché non è giusto che chi progetta ha una remunerazione proporzionale rispetto a chi si occupa della distribuzione.
E’ possibile utilizzare il metodo del TNMM?
Parte dall’idea che se io ho vendite, un margine lordo (vendite – costi di produzione diretti e indiretti), margine netto (spese operative), cerco di attribuire il margine netto alle varie società che partecipano nella catena di distribuzione del valore e quindi tendo a lasciare un profitto in quelle società. Questo è un metodo che ultimamente ha preso piede, soprattutto in strutture articolate con margini di profitto significativi.
I metodi alternativi sono normalmente soppiantati dai metodi tradizionali, che sono il cost plus, dove viene attribuito il mark up che va a coprire il margine lordo, dopo aver fatto l’analisi funzionale. Si applica all’attività di produzione. Mentre il resale si applica nell’attività di distribuzione.
Utilizzo il metodo Cost Plus
RICAVI 100000
COSTI (60000)
UTILE ANTE IMPOSTE 40000
Cina
Ricavi 7500 = 5000 * 1,5
Costi produzione (mark up 1,5) (5000)
Altri costi (2000)
Utile 500
Il mark up lo fisso io.
Distributore finale UE
Fa il 20% dei ricavi complessivi
Ricavi 20000
Acquisto computer (sconto 5%) 19000
Costi di distribuzione (500)
Altri costi (300)
Utile 200
Applica il resale minus. 20000 * 5% = 19000
Distributore intermedio UE
Prezzo di vendita 19000
Costi acquisto computer (7500)
Costi distribuzione (1000)
Management fee (10000)
Utile 500
Non è giusto che guadagni tanti soldi, perché non ha rischi. La mamma deve guadagnare tanti costi, quindi la mamma caricherà una remunerazione per l’attività di management. Applico un resale minus.
USA
Management fee 10000
Costi 3200
Utile 6800
20% DI RICAVI E COSTI – FLUSSO PRODOTTO ANNUALIZZATO
Ricavi 20000 = 100000 * 20%
Costi (12000) = 60000 * 20%
Utile 8000
8000 dato da:
- 500 Cina
- 500 UE
- 200 UE Italia
- 6800 USA
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Dettagli appunto:
-
Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Pianificazione fiscale d’impresa
- Docente: Cremona Massimo
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