Fattori di instabilità delle politiche di concertazione

Il Welfare State cerca di realizzare il consenso sociale con la distribuzione di benefici e sussidi.
Ma l’alta richiesta e la spesa pubblica cresciuta ha portato in crisi questo modello.

Le risorse disponibili vanno razionalizzate.
Il Governo deve acquisire il consenso a priori in modo che siano le parti sociali ad imporre vincoli alla manodopera e a non mobilitare le proteste.

I sindacati sono portati a concertare ad esempio in presenza di economie estere emergenti con salari bassi, nel caso si protesti, si spingerebbe l’esportazione.
Conviene allora limitare i salari ma chiedendo garanzie (poter sovrintendere) sul processo di rilancio dell’economia.

Dagli anni ottanta ci sono stati meno conflitti e più ricerca di riforme sull’economia, per la programmazione, il controllo degli investimenti, le politiche di aumento dell’occupazione.

E’ necessario che le politiche di concertazione siano condivise anche dal basso.
Il successo dipende da una centralizzazione delle scelte e dall’obbligatorietà del CCNL nei confronti di quello aziendale.

Instabilità:
Perdita di controllo della leadership del vertice sulla base: il consenso sulle politiche economiche di lungo periodo esige il contenimento degli obiettivi immediati dei lavoratori. E’ la crisi di rappresentanza. Incapacità di trasmettere le richieste della base, inserendole nelle strategie di lungo periodo.
Intervento di nuovi soggetti collettivi “contro”:
Mobilitazione elettorale o sindacale di gruppi marginali

Il sindacato per non perdere il rapporto vertice-base può:
Evitare il coinvolgimento eccessivo nella politica economica (contraddizione: fa politica economica e poi difende in modo rigido i lavoratori già assunti)
Cercare alleati politici

Ma se nel primo caso perde credibilità, nel secondo, rischia l’autonomia.